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A dangerous method – David Cronenberg

Creato il 13 giugno 2012 da Maxscorda @MaxScorda

13 giugno 2012 Lascia un commento

A dangerous method
Tornare a Cronenberg e’ tornare in qualche modo a casa propria o forse a casa di uno zio a cui si vuole bene, una di quelle figure presenti sin dai primi anni dell’infanzia alle quali si devono gusti e passioni, riferimenti di una intera esistenza dalle quali non si puo’ prescindere.
Cronenberg rappresenta una costante all’interno di un amore, quello per il cinema, che praticamente da sempre mi accompagna e mi si perdoni l’accostamento banale e retorico ma per davvero con un regista puo’  formarsi un rapporto di conoscenza, persino di amicizia se si considera che come con un amico, si gozzoviglia e parimenti si litiga furiosamente eppure si resta li’ per scoprire che ha sempre avuto ragione lui.
Cronenberg inoltre sai che c’e', e’ li’ e percio’ coi suoi film non c’e’ fretta, possono attendere il giusto momento per riservare loro tutta la calma necessaria.
"A dangerous method" l’ho lasciato in sala d’aspetto per risolvere prima dentro me il conflitto oserei dire identitario tra l’essere junghiano o freudiano perche’ in parole poverissime, la vicenda del film e’ proprio questa e il regista come un potente demiurgo, dirige la storia come fosse invenzione propria, coi suoi passi placidi che improvvisamente esplodono ed irrompono prepotenti nella vicenda.
In fondo poteva persino essere prevedibile che nel tanto viaggiare all’interno della psiche umana, nell’osservare gli spigoli piu’ appuntiti e le superfici piu’ scoscese, prima o dopo Cronenberg affrontasse l’alba dell’esplorazione scientifica della mente.
L’incontro del regista con la sceneggiatura di Christopher Hampton e’ vincente come sposalizio tra classico e drammatico e nell’incedere perverso del dramma del quale si attende la deflagrazione.
C’e’ grande intesa cosi’ come c’e’ intesa con gli attori, i bravissimi Fassbender e Mortensen ai quali non riesco a pensare ad alcun migliore sostituto, Keira Knightley sorprendente per quanto continui a non essere nelle mie corde e persino un Vincent Cassel convincente nel ruolo del folle lucidissimo Otto Gross.
Film dalla tensione infinita e laddove c’e’ storia e non finzione e’ un doppio grande merito ma del resto stiamo parlando di Cronenberg e ogni altra considerazione e’ inutile.

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