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A Doha si discute del clima e del futuro del Pianeta

Creato il 30 novembre 2012 da Amandacastello2010

A Doha si discute del clima e del futuro del Pianeta

Non ci sono dubbi: i cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti.
Continue allerte di forte maltempo, forti nubifragi, alluvioni, trombe d’aria sono quasi all’ordine del giorno.
Non possiamo continuare a chiudere gli occhi per non vedere.

In occasione  della Conferenza mondiale Onu sul clima che si sta svolgendo a Doha, in Quatar,
molti sono i nodi che vengono al pettine.
Punto primo del summit: impegnarsi a tagliare le emissioni di anidride carbonica, e l’aver scelto come luogo per ospitare la conferenza del clima uno dei paesi non solo ricchissimo di petrolio e gas,
ma anche leader nell’infausta classifica dei paesi con la maggior quantità di emissioni (44 tonnellate pro capite per anno), potrebbe rappresentare già un segno di sfida, un punto di svolta.

Come si presenta il pianeta?

Anche se si è cercato di prendere alcune precauzioni, i gas serra non sono diminuiti.
Dal 2000, per esempio, la sola anidride carbonica è cresciuta del 20%.
Dati che pongono la Terra in una situazione piuttosto precaria, lontana da quell’aumento di 2°C nei prossimi anni giudicato se non sicuro, tollerabile dal nostro pianeta.

A Doha si discute del clima e del futuro del Pianeta

Altro punto affrontato: «Gli anni dal  2001 al 2011 fanno parte dei più caldi mai registrati»
e il periodo gennaio-ottobre 2012 è il nono più caldo mai registrato dall’inizio dei rilevamenti nel 1850.
Questo è quanto stimato dalla World meteorological organization (Wmo).

La dichiarazione provvisoria Wmo  sullo stato del clima mondiale nel 2012 segnala anche
«Uno scioglimento senza precedenti della banchisa dell’Artico ed una moltiplicazione degli estremi meteorologici e climatici in numerose regioni del mondo».
Nell’area intorno al Polo Nord il calo dei ghiacci marini da marzo a settembre è stata di 11.830.000 km2,
una superficie più grande degli Stati Uniti.
Il 16 settembre la banchisa dell’Artico ha raggiunto il suo minimo stagionale:
3,41 milioni di km2, cioè la superficie più ridotta da quando si effettuano osservazioni satellitari.

L’intervento di associazioni ambientaliste è molto forte. Prima fra tutte Greenpeace che sostiene: “Purtroppo, l’economia mondiale sta accelerando nella direzione sbagliata.
Per rimetterla in carreggiata a Doha ci vuole una leadership forte e lungimirante che definisca subito obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni di gas serra
per dare un segnale chiaro agli investitori su quale sarà il sistema energetico mondiale”.

Abbiamo ancora la possibilità di salvare la Terra , ma dobbiamo farlo in fretta e tutti insieme.
Mentre i potenti del Pianeta ne decidono la direzione e la sorte, noi possiamo continuare ad averne rispetto
e, nel nostro piccolo, contribuire a mantenerla in salute.

E’ la nostra casa! Non dimentichiamolo!

A Doha si discute del clima e del futuro del Pianeta


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