A dream within a dream

Creato il 01 novembre 2013 da Giuseppeg

Johann Heinrich Füssli, L'incubo, 1781: uno dei  primi 'segnali' romantici dell'importanza che il  sogno o comunque gli stati alternativi alla veglia erano venuti ad assumere nel pensiero europeo...

C’è un passaggio, nella filosofia di Cartesio, che è veramente fondamentale per capire gli sviluppi del pensiero successivo, ed è lo stesso passaggio che ha reso Cartesio uno dei capostipiti del pensiero moderno: sto parlando del dubbio iperbolico. Iperbolico significa esagerato, categorico, inverosimile nella sua estremizzazione concettuale. Ma che vuol dire? Il ragionamento è famoso: quello che io percepisco, essendomi offerto dai sensi, potrebbe benissimo essere solo un’illusione. Come faccio a negarlo con assoluta sicurezza? Io ricevo gli stimoli da alcuni oggetti esterni, è vero, ma chi mi dice che le rappresentazioni che i miei sensi mi forniscono di questi oggetti siano uguali agli oggetti stessi? E chi mi dice che quegli oggetti in fondo esistano davvero, e che non siano semplicemente frutto di un’autoeccitazione dei sensi? Se ci fosse ad esempio un genio maligno, una specie di diavoletto nel mondo esterno che si diverte a farmi credere ciò che non è vero? E se tutto fosse solo un’illusione? D’altra parte, nell’esperienza del sogno noi percepiamo delle cose e viviamo delle situazioni che lì per lì ci sembrano vere, indiscutibili e sicure. Anche quando ci svegliamo, se il sogno è stato molto dettagliato, stentiamo a credere che si trattasse ‘soltanto’ di un sogno! Chi mi assicura che non stia sognando ancora adesso, e che l’intera esistenza non sia solo un sogno? "A dream within e dream", come scriveva Poe.

Un'allucinazione ipnopompica - ossia nell'imminenza del sogno -
registrata dallo psicologo cognitivista Roger Shepard: come si
vede la nostra mente è capace di visualizzare delle cose inesistenti
con la massima chiarezza descrittiva

Cartesio supererà questa dicotomia di inganno/certezza attraverso la prova dell’esistenza di Dio che, come ho accennato in un articolo precedente, sostituisce definitivamente il diavoletto ingannatore con la presenza di un Dio giusto, moralmente ineccepibile che non si diverte proprio per nulla a fare certi scherzi ai poveri mortali. La pretesa del sogno, però, di avere un qualche ruolo nella nostra conoscenza da quel giorno si fece avanti, fino a sfociare qualche secolo dopo nell’inquietudine del Romanticismo e nel Simbolismo, per non parlare del Surrealismo che metteva al centro della sua speculazione il mondo onirico in quanto tale. Il tutto senza dimenticare, ovviamente, L’interpretazione dei sogni di Sigmund Freud (1899), che ha superato la visione univoca del sogno ‘irrazionale’ per aprirlo alle dinamiche dell’inconscio e dargli quindi un proprio status percettivo e interpretativo che fosse valido a tutti gli effetti. Il visionario, il cieco e il pazzo assumevano un’importanza nella letteratura europea che non avevano mai avuto prima, poiché appunto si attribuiva loro una diversità di percezione delle cose del mondo che non corrispondeva necessariamente ad un fraintendimento, quanto semmai ad una nuova interpretazione, un nuovo punto di vista che possedeva una propria valenza gnoseologica e rappresentativa.

Le fantasie della nostra mente non esistono nella realtà! Peccato
che i bambini non lo sappiano...

Certi stati allucinatori dovuti all’uso di sostanze come l’LSD, le fantasie ad occhi aperti, gli stessi racconti e romanzi che leggiamo e perciò immaginiamo appartengono allo status ufficiale di non-realtà, e sono quindi classificati come un prodotto della nostra mente. Ma, e qui sta il bello, Cartesio afferma per la prima volta in maniera categorica nella storia della filosofia quanto prima di lui era stato affermato all’interno di un sistema di condizionamenti che limitava fortemente la portata di una tale affermazione, e cioè che anche ciò che comunemente consideriamo ‘realtà’ è anch’esso un frutto della nostra mente, ovvero è soltanto un’idea. Questo perché noi non vediamo le cose in se stesse, ma solo l’immagine che ce ne facciamo, quello che noi percepiamo delle cose stesse. E non sono forse idee? Se chiudo gli occhi, se blocco l’accesso delle cose ai sensi, queste cose per me scompaiono; quando morirò, il mondo cesserà di esistere, per quanto mi riguarda! Ecco perché i bambini sono spesso terrorizzati dai loro sogni o dalle loro fantasie, che molto spesso assumono aspetti a dir poco allucinatori: non hanno ancora introiettato la convinzione che la realtà non si situa al livello delle percezioni, ma un gradino più in là, fuori di noi, nella realtà. Così noi li consoliamo e li facciamo ragionare, riconducendoli alla vita reale. Ma se avessero ragione loro?
"All that we see or seem Is but a dream within a dream
Tutto ciò che vediamio, che sembriamo È solo un sogno dentro a un sogno"
Edgar Allan Poe

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