Non vi siete ancora organizzati per ferragosto? Oppure vi siete già organizzati, ma non siete tanto convinti della scelta? Bene allora vi do suggerimento. A ferragosto andatevene in Val di Cembra e salite su fino a Faedo, da Pojer e Sandri. Non ve ne pentirete: soddisfatti o rimborsati. La giornata di mezz’agosto sarà dedicata per intero, dalla mattina fino alla tarda sera, ad un evento di quelli da non perdere: Vinix Live 2012 – Trentini nel mondo, certezze e promesse (qui il programma). Fra spettacoli, animazioni, performance artistiche e formiche (quelle disegnate da Fabio Vettori), a Faedo si raduneranno una decina di cantine e di cantinieri. Giovani promesse e vecchie certezze. O il contrario, fate voi. Ci sarà spazio per acquistare qualche bottiglia. Ma soprattutto quella di ferragosto da Pojer e Sandri, sarà l’occasione per mettere a confronto l’esperienza dei trentini che sono rimasti e quella dei trentini che, invece, se ne sono andati. A ferragosto, a Faedo, infatti, arriveranno, insieme ad alcune cantine trentine (Filippi Mattia “Viticoltorerrante”; Azienda Vitivinicola Grigolli Bruno; Azienda Agricola Armando Simoncelli; De Vescovi Giulio e Moser Andrea; Azienda agricola Maso Cantanghel; Azienda Agricola Eredi di Cobelli Aldo; Azienda Agricola Barone de Cles), anche alcune cantine che hanno fatto fortuna in terre lontane dalle Alpi retiche e dall’Italia, nate dall’esperienza e dalla passione per la vite e per il vino di donne e uomini di origini trentine e tirolesi: Dalla Francia: Domaine du Comte de Thun; Dal Cile: Viña Falernia; Dall’Australia: Tait Wines.
Messa così, la giornata ferragostana di Faedo si configura come un’occasione irripetibile per capire cosa stia accadendo nel mondo (proprio nel senso di mondo) del vino, mentre il Trentino si balocca ancora attorno ad improbabili e vacui Piani del Vino. Verrebbe da dire per fortuna che Mario (Pojer) c’è e per fortuna che Fiorentino (Sandri) c’è. Verrebbe da dire e lo diciamo apertamente. L’estate 2012, se ha brillato per qualcosa, quel qualcosa è stata l’assenza di manifestazioni e di eventi attorno al vino. Se si fa eccezione per i riti scontati e déjà vu ispirati a calici e a bicchieri di stelle, nelle diverse e varie versioni – compresa la notte dei giovani del Trentodoc in programma per l’11 agosto sulla Paganella (ma dico io, come vi viene in mente di portare le masse sul pizzo della montagna? Ma che idea avete della montagna? Che idea vi siete fatti del territorio? Merce da usare in maniera strumentale e commerciale?) -, a parte queste cose, che non varrebbe nemmeno la pena di citare, e l’iniziativa, meritoria, dei Vignaioli di Balter, in calendario a Riva del Garda ad inizio settembre, a parte tutto (poco) questo, l’estate trentina 2012 si segnala per il disinteresse e l’indifferenza per il vino e per la vite. L’ultima iniziativa istituzionale risale a maggio, mi pare. Poi il nulla. Come sono lontani i tempi, erano gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, quando in estate, al primo arrivo dei turisti, le mostre del vino trentino fiorivano in in ogni ridente località di lago e di montagna, piccola o grande che fosse, dalla Rendena alla Valle di Fassa.
Ed è anche per questo che vi suggerisco di trascorrere il ferragosto da Pojer e Sandri: fra i pochi, Mario e Fiorentino, che in Trentino abbiano ancora voglia di fare, di comunicare e di discutere apertamente di vino: Vinix Live 2012 – Trentini nel mondo fra certezze e promesse.
- Il programma della manifestazione
- Una recensione preventiva su l’Osservatorio del Vino
………………………………
Estratto del programma
Dalla Francia
Domaine du Comte de Thun
81170 Frausseilles
www.comtedethun.com
Conti THUN E HOHENSTEIN
La stirpe fa parte delle famiglie nobili del Tirolo, documentata già dal 1145 da Bertoldo del
Tonno. Dal 1448 i Thun furono ereditieri del principato vescovile di Trento e dal 1558 di
quello di Bressanone. Il ceto boemo di “Conti” fu conferito nel 1631. Nel 1879 fu conferita
l’eredità ai membri della dinestia della casa padronale. Il conferimento della stirpe dei
principi primogeniti austriaci succedette nel 1911 con il titolo di “Altezza”. Fino a qualche
anno fa, non c’era nessun collegamento fra la grande storia della viticoltura ed il nome di
Thun e Hohenstein. Tuttavia, Ferdinand Conte di Thun e Hohenstein vi si dedica dal 1999
con successo e passione.
Dal Cile
Viña Falernia
Elqui Valley
www.falernia.com
Viña Falernia nasce nel 1998 dall’incontro dei cugini Aldo Olivier – arrivato in Cile con
l’emigrazione trentina del 1951 – e Giorgio Flessati enologo pendolare tra Cile, Trentino e
Sicilia.
E’ l’unica cantina di una zona nuova, il limite estremo della viticoltura in Cile – Valle de
Elqui, La Serena – con vigneti tra 300 e 2.070 metri di altezza, con clima semiarido (3-5
giorni all’anno con pioggia) e temperature durante il ciclo di maturazione tra 30 gradi di
giorno e 10-11 di notte. L’avventura cominciata nel 1998 piantando i primi vigneti, si è
consolidata ed ora sono 320 ettari in produzione con una moderna e funzionale cantina
tutta sostanza e niente fronzoli. Il prodotto è esportato in 25 paesi tra America Latina,
America del Nord, Oceania, Asia ed Europa. Con un numero incredibile di premi vinti
nelle più importanti manifestazioni internazionali.
Le varietà prodotte sono soprattutto Syrah, Carmenere (uva bordolese tra il Cabernet
Frank e il Merlot), Sauvignon Blanc, Pedro Ximenez (uva bianca spagnola molto famosa
per lo Sherry) ma anche – più recentemente – Pinot Nero, Riesling, Viognier, Malbec,
Merlot e Cabernet Sauvignon con un poco di Moscato come vino da dessert.
Dall’Australia
Tait Wines
Lyndoch South Australia, 5351
www.taitwines.com.au
Tait Wines si trova nella famosa Barrossa Valley nel sud dell’ Australia.
Il nome Tait è legato da più di cento anni nel mondo vinicolo in Italia, producendo botti.
Giovanni Tait (1927-1997) si trasferisce in Australia nel 1957 da Mezzolombardo e trova
impiego in una cantina come mastro bottaio. L’arte della lavorazione delle botti gli era
stata tramandata dal padre e dal nonno.
Le sue grandi conoscenze ed esperienza lo portano alla B Seppelts and Sons, dove ricopre
un ruolo attivo nella produzione e affinamento del vino in botte.
Ancor prima che i suoi figli diventassero grandi, il suo sogno divenne realtà. Nel 1995, con
i suoi figli, fondò una piccola cantina chiamata Tait Wines.
La sua visione per Tait Wines era di una cantina tradizionale che usa gli antichi metodi di
vinificazione per produrre vini artigianali con forte carattere, profumo e gusto.
Oggi Bruno Tait prosegue sulle orme del padre Giovanni.