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A Gela Gesù è nato tra bollette e avvisi di sfratto

Creato il 28 dicembre 2013 da Makinsud

 gela2In tempi di crisi come quelli odierni, anche il tradizionale rito del presepe, che per la religione cristiana simboleggia l’arrivo della pace e della speranza, è stato reinventato adattandolo ai nostri giorni. A Gela (Caltanissetta), il Bambinello è nato su un vero e proprio letto di debiti. La notte di Natale, Gesù è stato adagiato su un giaciglio costituito da bollette e cartelle esattoriali al posto dei tradizionali elementi del presepe, ovvero fieno e paglia. L’opera, denominata “il presepe dello sfratto e delle bollette” è stata realizzata dai ragazzi della parrocchia San Giovanni Evangelista e del “Movimento Giovanile Macchitella”, ed è stata posta vicino all’altare della chiesa.

La spiegazione di questo gesto da parte dei giovani gelesi deriva dall’ispirazione all’invito rivolto da Papa Francesco durante l’Angelus: “Si faccia il possibile perché ogni famiglia abbia la casa”, e della conseguente decisione di denunciare lo stato di povertà crescente causato dalla profonda crisi economica.

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Ma oltre alle tasse non pagate, sulle quali giace Gesù Bambino, è stato aggiunto un foglio nelle mani della statua di San Giuseppe, in cui è riportato un avviso di sfratto che reca la firma del re Erode; mentre la Madonna indossa solo un brandello del manto azzurro che la copriva nel gelido giorno della natività. A completare il quadro, pochi alberi secchi e spogli.

Il vice parroco don Giuseppe Fausciana ha dichiarato che “questo presepe è un grido d’aiuto contro la povertà, che è la piaga di questo millennio; un gesto di solidarietà verso chi la casa non ce l’ha o che la perde perché sommerso da debiti e tasse per la mancanza di lavoro”.

L’episodio non costituisce un caso isolato, perché già in precedenza don Fausciana aveva tentato di scuotere le coscienze dei cittadini e dell’opinione pubblica, come è avvenuto il 15 dicembre: il parroco aveva distribuito in chiesa ai fedeli delle boccettine di profumo in segno di protesta “contro il puzzo di certa politica” e come motivo di stimolo verso i giovani a “essere portatori di istanze nuove e più giuste”.  


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