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Già è difficile per lei farsi accettare come comandante in quanto donna, poi le cose si complicano quando si scontra con un balordo ubriacone locale, Jong-ha, che spalleggiato dalla vecchia madre maltratta la figliastra Dee-ho, sottoponendola a vessazioni e violenze di ogni tipo.
Young -nam difende la bambina, ormai sulle soglie dell'adolescenza, al punto di prendersela in casa.
Ma questo gesto per lei avrà conseguenze piuttosto gravi in virtù di un passato che cerca di nascondere...
Qual è il motivo che ha spinto una giovane e brillante poliziotta , presumibilmente avviata a una lunga e luminosa carriera ad accettare il trasferimento in una piccola stazione in un paese in cui vivono solo coloro che non hanno avuto il coraggio di andarsene e immigrati clandestini che sono spesso ragione di scontro contro i lavoratori autoctoni?
E perché Young -nam ogni sera beve fino a stordirsi un liquore che stipa , o per meglio dire nasconde, dentro bottiglie d'acqua minerale?
Lo sappiamo abbastanza presto: Young-nam ha un segreto da nascondere, un qualcosa che non è opportuno svelare ai suoi colleghi e sottoposti e men che meno farlo sapere in paese.
E' omosessuale, è questa la ragione del suo trasferimento perché quelle come lei devono essere nascoste opportunamente ( quasi fossero preti pedofili) ed è appena uscita da una storia con una collega che viene disperatamente a cercarla in una serata assieme in cui il rimpianto prevale sul ricordo di affettuosi momenti passati assieme.
Il suo presente è però fatto soprattutto di Dee -ho, un'adolescente vessata da un patrigno ubriacone e da una nonna sprint che la bastona senza pietà quando ne ha l'occasione a cavallo del suo curioso motorino.
Dee -ho vede in lei quella figura materna che non ha mai avuto, vede in lei quella forza che normalmente le donne non hanno per ribellarsi ai loro uomini in una società ottusa e maschilista come quella coreana, vede insomma un modello da imitare , anche fisicamente visto che si taglia i capelli come lei e cerca di somigliarle in tutto e per tutto.
Convivono in pratica per impedire ulteriori violenze sulla ragazzina e tra le due viene fuori un affetto genuino, disinteressato.
Ma il passato di Young-nam torna fuori prepotente a far sentire la sua voce e quello che doveva essere un dettaglio della sua vita privata diventa per lei un atto di accusa. Infamante.
A girl at my door è l'opera prima di July Jung , che il film lo ha anche scritto , ed è una pellicola indipendente che ha rastrellato diversi riconoscimenti nei festival internazionali in cui ha partecipato.
Prodotto dal grandissimo Lee Chang Dong direi che ne mutua le atmosfere ( soprattutto Secret Sunshine per il suo discorso della metabolizzazione di una perdita, lo sradicamento e il tentativo di farsi accettare in una nuova comunità) ma si spinge addirittura oltre per quanto riguarda le tematiche.
Si parla di omosessualità in modo aperto ma senza essere mai pedante o pruriginoso, si parla di un orientamento sessuale che fino a pochi anni fa ( sotto la dittatura, non dimentichiamo che la Corea del Sud è una democrazia molto giovane) era un reato penalmente perseguibile e che oggi come minimo è un qualcosa da nascondere perché in molti è ancora automatica l'equazione omosessuale = pedofilo quando invece le statistiche dicono che solo il 5 % degli omosessuali lo è.
Una tematica che non viene affrontata molto spesso nel cinema coreano, ci voleva un bel film indipendente come questo per farlo, e che viene accompagnata da discorsi più radicati nell'humus socioculturale di quella terra e di quel cinema.
Parliamo del problema degli immigrati clandestini ( nord coreani , cinesi, indiani) e del modo disumano in cui vengono trattati, parliamo della violenza sui minori che è un male endemico della società sudcoreana e di cui si parla molto anche al cinema ma parliamo anche del sessismo e del maschilismo che pervade a tutti i livelli un paesino arretrato come quello in cui va a vivere e lavorare Young-nam.
A girl at my door è latore di un messaggio forte e chiaro ma riesce a non farsi divorare da esso mantenendo una scrittura equilibrata e proponendo personaggi forti e credibili come quello della protagonista , la superba Doona Bae ( attrice che ho conosciuto e amato nello straordinario Air Doll di Hirokazu Koreeda, film di cui abbiamo parlato qui ) e la delicata Sae-ron Kim , nella parte di Dee.ho, la bambina di A Man from Nowhere ( a chi interessa ne parliamo qua ) che ora è diventata un'adolescente problematica.
Peccato per un finale in cui si cerca compulsivamente la quadra di tutta la vicenda con un ribaltamento di campo totale ma ogni tanto un finale che si avvicina ad essere ottimistico è necessario in un cinema come quello coreano notoriamente allergico alla politica del lieto fine a tutti i costi.
PERCHE' SI : produzione di Lee Chang Dong e tematiche a lui affini, si parla di un qualcosa di cui non si parla molto spesso nel cinema coreano, due ottime protagoniste, il messaggio non divora mai il film.
PERCHE' NO : nel finale ci cerca in maniera insistente la quadra di tutta la vicenda, qualche ovvietà nella descrizione della polizia coreana e di un paesino maschilista e arretrato.
LA SEQUENZA : la serata di Young -nam con la sua ex, serata silenziosa e carica di rimpianto , nonché di passione sopita.
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE ;
In Corea del Sud non si vive di soli thriller.
Pur essendo tecnologicamente più avanzati di noi, la giovane democrazia coreana ancora deve imparare molto in quanto a tolleranza degli orientamenti sessuali altrui.
Il pettegolezzo non ha latitudine , nè logitudine.
La domanda è sempre la stessa : perché loro si e noi no?
( VOTO : 7,5 / 10 )
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