A Girl Walks Home Alone at Night (USA 2014) Regia: Ana Lily Amirpour Sceneggiatura: Ana Lily Amirpour Cast: Sheila Vand, Arash Marandi, Marshall Manesh, Mozhan Marnò, Dominic Rains, Milad Eghbali, Reza Sixo Safai Genere: iran-condo Se ti piace guarda anche: La leggenda di Kasper Hauser, Persepolis, Lasciami entrare, I gatti persiani
A girl walks home alone at night. Una ragazza di notte torna a casa da sola... E allora? È il caso di farci un film sopra? Cosa c'è di tanto strano?
C'è di strano che la pellicola è ambientata in Iran, in una specie di città fantasma intitolata Bad City. Per quanto questa sia una versione un po' fumettistica della realtà, siamo pur sempre in Iran, un paese con una concezione delle donne ancora alquanto antiquata. Roba che tipo una ragazza non può stare da sola nella stessa stanza con un ragazzo, a meno che non sia suo marito. Uno scandalo, una vergogna... Oddio, avessi una figlia femmina non so se la penserei così, però non avendola dico che è uno scandalo, una vergogna!
L'Iran di oggi è rappresentato dalla regista esordiente Ana Lily Amirpour con un bianco e nero magnifico. Una decisione che può essere letta sotto due luci differenti. Da una parte una mera scelta stilistica fighetta, che si accoda al b/n sfoggiato da altri film indie recenti come Frances Ha, o meno recenti come Clerks - Commessi. Dall'altra invece una mossa ben precisa per rappresentare l'Iran attuale come l'America degli anni cinquanta, si veda anche il simil-James Dean protagonista maschile.
"James Dean chiii?"
L'America anni '50, o andando ancora più indietro nel tempo pure il Wecchio West, non a caso il film è stato venduto dalla campagna marketing come “The first Iranian vampire Western”. Vampire? E che c'entrano i vampiri?
La seconda cosa strana di questa girl che walks home alone at night è che è una vampira. Eh sì. Nel 2015 vuoi fare un film senza vampiri? Negli ultimi tempi il tema dei succhiasangue è stato vampirizzato, è proprio il caso di dirlo, più che mai. Dagli ambienti mainstream, con la popolare quanto spernacchiata saga di Twilight, e pure da quelli più alternativi. Qui siamo decisamente nella seconda categoria, da qualche parte tra lo svedese Lasciami entrare e Solo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmusch, soltanto girato con un elegante b/n alla Dead Man/Ida. Come questi film citati, si tratta di una visione che scorre lenta, a tratti molto lenta, ma che è capace di regalare momenti di poesia e di bellezza notevoli. A un livello di pura forma, di piacere estetico, A Girl Walks Home Alone at Night è una delle cose più goduriose viste di recente, insieme agli scatti osé di Jennifer Lawrence.
Uno spettacolo per gli occhi, e pure per le orecchie. La variegata e stramba colonna sonora (non semplice da trovare ma che potete ascoltarvi su Spotify) regala infatti varie perle, con vertice nella splendida scena sulle note new wave di “Death” dei White Lies, ma anche con alcuni ottimi pezzi in lingua persiana, misti ad atmosfere alla Ennio Morricone che fanno tanto western e tanto Quentin Tarantino. Nonostante al suo interno si possano rintracciare riferimenti vari al cinema di ieri quanto di oggi, A Girl Walks Home Alone at Night cammina con le sue gambe ed è dotata di una sua specifica personalità, ma...
Se non sto gridando al Capolavoro assoluto, come qualcuno Oltreoceano ha fatto, c'è un ma. Il film è straordinario a livello visivo, e per un amante della pura forma come me ciò è un pregio enorme, però in quanto a contenuti c'è più da discutere. La pellicola è un atto d'accusa nei confronti di una società maschilista come quella iraniana e su questo non ci sono molti dubbi. La sua critica resta però piuttosto in superficie e non va a scavare un granché. Probabilmente perché non era intenzione dell'autrice Ana Lily Amirpour una che, un po' come il danese Nicolas Winding Refn, ha un grande occhio, ma come sceneggiatrice ha ancora ampi margini di miglioramento. Il suo film presenta dei tratti fumettistici e quindi la costruzione dei personaggi è piuttosto bidimensionale. Quella di non andare troppo in profondità può perciò essere vista come una scelta ben precisa. Così come i dialoghi scarni per non dire quasi del tutto assenti lasciano lì per lì un pochino contraddetti, solo che andandoci a pensare è pure questa una decisione dell'autrice, quella di voler fare una pellicola d'altri tempi, quasi un film muto in b/n, sebbene non in una maniera radicale come The Artist o Blancanieves. Si avvicina semmai più dalle parti dell'italiano La leggenda di Kasper Hauser virato in chiave Sundance style.
Già pronto il sequel: A Boy Walks Home Alone at Night.
Per quanto sia bello da vedere (e da ascoltare), A Girl Walks Home Alone at Night lascia con una sensazione di incompiutezza. La regista Ana Lily Amirpour ha diretto un lavoro notevole, eppure in futuro potrà fare ancora di meglio, soprattutto se si troverà con alle spalle una storia più approfondita e con dei personaggi dotati di un maggior spessore. Sul risultato complessivo ha ancora da lavorare, ma di una regista capace di girare alcune scene singolarmente tanto affascinanti e di regalare lampi di grande cinema del genere di certo sentiremo ancora parlare. Magari la prossima volta però è meglio se non torna a casa da sola, ma si fa accompagnare da qualcuno, preferibilmente da un bravo sceneggiatore. (voto 7/10)