Terminato il corso SEO quello che ho imparato è che Google ama e odia e non si conquista con una grattatina dietro le orecchie! Beccatevi questa breve lezione di SEO for Dummies.
AVVISO: gli amici nerd mi insultino in privato per le castronerie riportate in questo articolo.
Lo scorso gennaio ho iniziato a frequentare un corso SEO, acronimo di Search Engine Optimization, ossia tutte quelle attività finalizzate ad ottenere la migliore rilevazione di un sito web da parte dei motori di ricerca grazie ad un migliore posizionamento.
In poche parole, chi decide l’ordine con il quale escono i risultati di una ricerca su internet? Ovviamente i primi sono sempre i più cliccati quindi tutti ambiscono alla pole position. Ma come raggiungerla?
Con dei “semplici” accorgimenti possiamo scalare la classifica compiacendo Google.
Avete presente l’inizio del film “Il favoloso mondo di Amelie”? i personaggi vengono presentati attraverso i loro oggetti preferiti o le loro piccole manie. Allo stesso modo posso farvi questa illustrazione semiseria di alcune tecniche SEO passando in rassegna quello che a Google piace…
A Google piace…
Il link building: punto un sito nel quale voglio apparire e lo prendo per sfinimento. Tu dai un link a me io do un link a te. E’ consigliato scegliere siti meno sfigati del proprio. A Google non piace che questi scambi siano a pagamento, non so come faccia, ma se vendi / compri link ti becca.
L’originalità: se siete lesti nel CRTL C – CTRL V (copia – incolla) scordatevi di raggiungere l’Olimpo. Verrete premiati invece se saprete scrivere contenuti originali ed esclusivi quindi sbizzarritevi.
La ripetizione: qualche anno fa, più nel testo si ripetevano le parole chiave e più il sito guadagnava gradini di posizionamento. Adesso sembra che le cose non vadano più così, ma, le parole più importanti ripetute al punto giusto e nella giusta quantità vanno sempre bene. L’unità di misura è la stessa del sale sulle torte: Q.B.
La velocità: ormai su internet si fa zapping come sulla tv. Se vado su una pagina che ci mette due giorni a caricarsi, mi passa la voglia, clicco X e via. Se il server è lento o se le foto sono troppo pesanti meglio prendere subito provvedimenti perché Lui lo sa.
L’immagine: la presenza di un disegno o di una foto già di per sé aiuta il posizionamento (d’altronde a chi piacciono i libri senza figure?), se poi compiliamo bene i campi e mettiamo le parole chiave nella didascalia dell’immagine, possiamo far andare Google in brodo di giuggiole.
La gallina vecchia con lifting costanti: il contenuto di una pagina, invecchiando, con il tempo migliora la sua collocazione. Stessa cosa per i siti in generale, più sono datati più possono ambire al podio. Importante però tenerli costantemente aggiornati e non abbandonarli al dimenticatoio della rete.
Facile no? Se volete maggiori informazioni non chiedete a me, non credo di essere la persona più indicata.
Comunque, il Sig. Google per me è così: barba, baffi, occhiali e bombetta. Non chiedetemi perché!