2005: A History of Violence di David Cronenberg
uscita usa: 30 settembre 2005 uscita italia: 16 dicembre 2005
Tratto dalla graphic novel di John Wagner e Vince Locke e presentato al 58° Festival di Cannes, un film giustamente pluripremiato.
L’America ha la violenza nel Dna, guarirne è forse impossibile? La violenza viene fuori dall’impossibilità di vivere la realtà che vorremmo? E’ possibile essere normali in un mondo impazzito?
Il film pone molte domande, lasciando le risposte in sospeso, aperte alle interpretazioni dello spettatore.
Il finale fa discutere. Nulla sarà più come prima. O forse sì. Tutto sembra ricomporsi come se nulla fosse. Trionfo della falsità e ipocrisia? Affermazione che ogni tipo di violenza (sessuale, scolastica, mentale, fisica…) è giustificata se il fine la richiede?
Quello che è certo è che David Cronenberg si conferma maestro di un cinema angoscioso e disturbante, un cinema che ha sempre aperto la porta a inquietudini e imbarazzi.
E si conferma ottimo direttore di attori, qui tutti perfetti e bravissimi (ma la palma va ai due veterani Ed Harris e William Hurt, veramente straordinari).
Giusto l’entusiasmo della critica: “Intelligente, spietatamente lucido” (la Repubblica), “Un film da non perdere” (Il Corriere della Sera), “Grande Cronenberg” (Il Messaggero), “Un film agghiacciante e di un attualità sconvolgente” (Filmfilm.it), “Solido, rapido ed essenziale nello stile, sottile e complesso nei contenuti” (Ciak), “Una purezza narrativa realmente poco comune” (Liberation), “Un film diretto con supremo controllo” (New York Times), “Un film notevolissimo” (L’Unità).
p.s.
il film ha forse il difetto che il messaggio (condanna della violenza) non risulti chiaro a tutti gli spettatori: il cinema americano tradizionalmente è molto esplicito nelle tesi che vuole dimostrare, qui avviene il contrario.
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