« A lancia e spada, il Barbarossa, in campo!* »

Creato il 15 febbraio 2011 da Gianpaolotorres

Il Zignor Alfieri..a destra..in..una rapida stretta di mano…ad una fiera tessile..un Leone..in foto..su di un foglio di copia-commisioni+

Arrivava in ufficio non più tardi delle nove del mattino,e di solito a quell’ora io ero ancora assente,ma quando non lo ero, ne riconoscevo il passo di corsa …mentre saliva le scale con sotto braccio forse il 24Ore o La Provincia di Como,una borsa di cuoio come si usava all’epoca in mano,il cappotto fatto su alla meno peggio.

Non camminava come un uomo normale…correva.

Era sempre di fretta non perchè fosse in ritardo,ma perchè era il suo stile.

Si sedeva in ufficio dando forse un’occhiata rapida alla cronaca cittadina,poi iniziavano le confessioni dei capi-ufficio, le molteplici telefonate che duravano sino alla chiamata della moglie… verso le tredici..la quale lo pregava, anzi, lo scongiurava di andare a casa a pranzo.

Altra corsa… per scendere in cortile,accendeva il motore dell’auto che partiva sgommando..e via verso il lungo Lago dove abitava.

Non l’avessi conosciuto non ci crederei che ci fossero uomini di quella specie leonina.

Morì a 59 anni in una domenica di fine gennaio tornando dalla montagna in auto.Aveva a fianco la moglie, e la figlia che si salvò sul sedile posteriore forse perchè riposava distesa.La moglie nò.Morì con lui.

Avrà forse detto ancora …”Andrea vai piano”..ma lui non ci sentiva,finì contro una corriera che saliva in senso inverso non ricordo se a causa della velocità o per il ghiaccio del manto stradale.

Anche sugli sci..a cinquantanove anni..andava sempre di corsa..mi raccontavano..io in verità ero il suo esatto opposto,ma come io gli volevo bene..lui credo altrettanto..e che pure stimasse la mia flemma.

E’ stato il mio maestro..nella professione.

Eri seduto tranquillo dietro la scrivania in ufficio a conversare del più o del meno..col collega..quando non si apriva la porta di sorpresa..nò,un leone ti piombava addosso..chiedendoti della rava e della fava..cui di solito uno non si trova preparato.I suoi outputs in ditta erano motivati sempre da qualche telefonata inferocita di un cliente o di un venditore agente,dovuta ai cronici ritardi con cui consegnavamo la merce+

Era tra le più grosse aziende tessili d’Europa,quotata alla borsa di Milano, ed aveva successo a ragione della conduzione di tipo familiare,senza esserlo.Il Zignor Alfieri ne era stato il direttore commerciale e promosso ad amministratore senza arruffianarsi nessuno+

…una parete con campioni di tessuti da donna…

Essendo i più grandi del circondario,davamo da fare a tutti i piccoli-medi trasformatori comaschi ,ed era una pletora quotidiana di questuanti che preso il lavoro se ne scomparivano come ogni un buon artigiano che vuole seguire più clienti.Cioè a mezzo nostro coprivano le spese generali, e con gli altri guadagnavano,ma ci riservavano al solito il trattamento peggiore un po’ perché nessuno si muoveva più di tanto,un po’ perché il Zignor Alfieri gli tirava il collo per starci dentro con i prezzi.

Quelli non solo consegnavano sempre…mai…ma pure la qualità era fatta da ultimo minuto..ed era un rincorrersi di telefonate per sciogliere le grane che sorgevano  minuto dopo minuto.

Screzi?

Nessuno.

Una sola volata..da annoverare..una sera..passato l’orario..mi fece correre in magazzino a contare le pezze appartate per un cliente..accennai solo un larvato cenno di reazione..e mi fulminò con due parole..sufficienti a farti capire chi comandava.

Domato.. il torello…una volta…è finita.

Incominci a capire come sia fatto il mondo del lavoro.

La sua più grande qualità?

Dare l’esempio.. a tutti.

A cominciare, col signor Presidente della Società,un brav’uomo anziano della  buona borghesia comasca che veniva in ufficio per passare il tempo e farsi anche un pisolino dopo pranzo..per via dell’età..con la porta socchiusa..e noi giovani.. inesperti della vita si rideva tutti.. sentendolo ronfare…+

L’esempio come?

Viaggiando.. a quasi sessant’anni e facendo sempre centro..quando la situazione lo richiedeva, e non tirandosi mai indietro.

Non solo,mi insegnò chiaro e tondo, che più le sparavi..grosse..col cliente più arrivavi a godere di gran credito.

La sua scuola non a caso era stato il mercato di Beirut degli anni ’50…il suk medio-orientale. Quando mancava lavoro per i circa 900 dipendenti dell’Azienda lui partiva.. all’improvviso.+Non era cosa da poco conto.

1200 telai d’altri tempi, son comunque sempre 1200 telai che battono tutto il santo giorno..quando..non..pure di notte,sabati e domeniche.

Oggi aziende così non credo ne potrebbero sopravvivere,sarebbero sorpassate a causa della mancata specializzazione del prodotto+

Lui sapeva dove andava quando partiva.

Mentre noi comuni venditori ci muovevamo con minimo due o tre valigie piene di campioni di tessuti..il signor Alfieri che io chiamo Zignor ,come era il suo spelling comasco della lettera “esse”,si preparava la valigia alla sua maniera mirata.. conoscendo il cliente da cui si recava in visita ,una tre quarti di valigia..non di più,e via a colpo sicuro.

Persia..Libano..i Paesi dell’ ex blocco socialista.

Stava fuori due-tre giorni senza dare alcuna notizia di sé a casa..la moglie ne chiedeva disperata gli spostamenti a noi,e rientrava in ditta.. col copia-commissioni strapieno di ordini.

A volte pure con l’anticipo in denaro, incassato dai clienti a garanzia, apriva una 24 ore di cuoio ed apparivano banconote di taglio grosso in marchi,dollari…un ben di Dio per la nostra amministrazione.

Era ragioniere ma nessuno lo chiamava tale,era il sciur Alfieri e lui abituato all’estero neppure era tipo da salamelecchi..ti chiamava per nome quando ormai gli eri entrato nelle grazie..quando lavoravi e producevi,ma non lo riservava a tutti,questo privilegio.

Non era un burocrate da tavolino bensì un uomo d’azione,aveva imparato il tedesco con le cassette registrate, in auto,e d’altro canto la locomotiva del tessile tedesca teneva in piedi l’Italia negli anni ’70,poi parlava l’inglese ed il francese.

Il lunedi che non lo trovai in ufficio e seppi della sua morte,mi fece specie vedere le quattro porte chiuse,lui le teneva sempre aperte pronto ad uscirne di corsa o a far entrare chiunque per qualsiasi motivo,teneva appesi con gli spilli alle pareti di moquette pezzetti di campioni e.. questa piccola fotografia..anonima…chissà da chi scattata.

Accesi la luce verso le sette di sera e me la presi per ricordo,infilandola nel portafoglio,ci abbiamo girato il mondo insieme.. +

La sera tardi quando si restava soli, gli piaceva chiedermi delle mie transvolate..nei paesi d’Oltremare che si era fatto anche lui da ragazzo..delle Americhe..del Sudafrica,l’estremo Oriente..probabilmente si rivedeva giovane mentre ormai era assediato..da carrieristi..infingardi..cercascuse..e gli toccava di smarronarsi con stilisti di gran nome..che volevano reinventare la storia del tessile senza conoscere come fosse fatto un tessuto..e gli veniva la barba..o l’orticaria solo a vederli.

A lui piaceva l’ordine rotondo..quello da grossisti,non l’esercizio di stile che costava.. e faceva perdere del tempo..per cui benedetti i clienti arabi,magrebini,ebrei,persiani,che gli spaccavano le balle in discussioni interminabili..per una lira di sconto..con scenate del tipo..”me ne vado”..”mah nò..torna indietro..e uno afferrava per un braccio..l’altro”,poi un assistente correva dietro a non chi non sò,l’altro pure aveva un figlio od un parente…e tira di qua e molla di là..e sapevano ben bene cosa si erano comprati..erano importatori,gente esperta ..stavano a Como per giorni.. se necessario, non si mettevano in casa merce per perder soldi…mentre i confezionisti dell’epoca.. prima di passare un ordinino..impiegavano mesi… di vendite e di riflessioni.Era uno stile nuovo che si affacciava sul mercato.

Ho visto passare un mondo intero in quella sala vendita che sembrava ad una piazza d’armi..persone di tutti i continenti,uomini e donne..che parlavano tutte le lingue dell’Universo…

Vincent Van Gogh +Tessitore

Credo oggi sul terreno degli uffici ci sia un cinema multi sala-

Nei vari stabilimenti decentrati in provincia le tessiture e stamperie e tintorie..non esistono più…e la Società di certo non è  più quotata neppure alla Borsa..di Milano.+

* dalla Canzone di Legnano di Giosuè Carducci.



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