L’artista è qualcuno che produce cose di cui la gente non ha bisogno. / Andy Warhol
“A Lucca non c’è mai nulla”. E’ una frase che sento dire spesso. Anche dai lucchesi. Fatto salvo che anche se c’è qualcosa, per il lucchese medio, deve essere fighissimo, particolarissimo, un sacco chic, sennò è meglio che non ci sia. Ma questa è un’altra storia (peraltro per me incomprensibile. Forse è per questo che risultiamo un filino “noiosi”?).
E qui, mi sono giocata almeno il 30% dei miei conoscenti lucchesi. Vabbè, vi offrirò da bere.
Invece le cose a Lucca ci sono. Basta volerle vedere.
Fino al 30 agosto, ad esempio al Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art, c’è la mostra fotografica di Elliott Erwitt. Ma io lo chiamo solo Elliott. Saremmo grandi amici secondo me se ci conoscessimo.
Se non vi ritagliate del tempo per andarla a vedere, vi volete male.
Sì, proprio così. Non vi volete abbastanza bene. E bisogna volersene invece e tanto.
“Alcune ottime cose nascono dall’ozio e dalla meditazione. La fotografia è il risultato di un ozio e di una meditazione intensi che finiscono con il produrre una bella immagine in bianco e nero, ben fissata e risciacquata in modo da non sbiadire troppo presto” Elliott Erwitt
Ormai andare a una mostra, a un Museo, è diventata una roba da ricchi. Non per il prezzo, non solo. Per il tempo. Ormai i veri ricchi sono quelli che hanno tempo. Tempo per stare sui social (senza programmare i post), tempo per andare dal parrucchiere, in palestra, tempo per andare alle mostre. Tempo per oziare.
“Che fai oggi?”
“Mah, non so…pensavo di andare a una mostra”
Dai, quante volte l’avete detto in questi ultimi tre mesi o quante volte l’avete sentito dire? In base alle risposte che vi siete dati, vi annuncio che fate parte dei ricchi o conoscete gente ricca ( di tempo).
Ognuno poi ozia come vuole, ma la mente ha bisogno di viaggiare, di immedesimarsi, di spaziare. E’ questo che concede una mostra.
Da Elliot andrà così:
“Uno dei risultati più importanti che puoi raggiungere, è far ridere la gente. Se poi riesci, come ha fatto Chaplin, ad alternare il riso con il pianto, hai ottenuto la conquista più importante in assoluto. Non miro necessariamente a tanto, ma riconosco che si tratta del traguardo supremo”.
Eliott, per me ci sei riuscito.
Quanta amarezza in alcuni scatti. Quanta ironia, leggerezza in altri. Quanto senso di caducità in alcune foto. E quanta profondità in altre.
Tutto perfetto. Racchiuso in una perfezione geometrica, in una ricerca ossessiva di linee.
Perché la vita poi, va inquadrata, messa a fuoco e “sparata”.
E il bello arriva quando meno te lo aspetti. Le occasioni più grandi, gli amori più intensi, gli incontri più interessanti, arrivano così, all’improvviso. E solo se liberi e pronti a vedere le cose in modo differente dal solito, si riescono anche a coglierle.
Come gli scatti di Eliott.
“Per me la fotografia è un’arte dell’osservazione. E’ la ricerca di qualcosa di interessante in un luogo anonimo… Ho scoperto che ha poco a che fare con le cose che vediamo e che tutto ha a che fare con il modo di vederle”.
Ho un solo grande rammarico dalla mia giornata da ricca. Martino, il mio cane, non era con me.
E Eliott ha immortalato un sacco di cani, la mostra contiene diverse foto con cani. Martino sarebbe stato perfetto in mezzo a loro. E sarebbe stato anche un fantastico modello. Mi sarebbe piaciuto fotografarlo, mentre osservava i suoi simili “appesi” al muro.
Ma Martino, il mio cane, è felice. Anche senza fare il modello. Lui fa parte dei nuovi ricchi. Ha tempo. Tempo per oziare.
La Berna
Grazie Francesca per questo stupendo articolo che condivido dalla prima all’ultima affermazione. Ho avuto modo di gustarmi la mostra all’inaugurazione, accompagnata dalle indicazioni di Giorgio e Filippo e soprattutto dal prezioso supporto del Direttore Artistico Maurizio Vanni, per quanto ritenga che in fondo ognuno debba “leggere” questi 140 scatti a modo proprio perché hanno molto da raccontare. E a ognuno possono raccontare cose diverse. Il grande senso dell’ironia, il contrasto tra spazi e volumi, la sua incredibile capacità di narrare un periodo storico; l’amore per il cinema e per gli animali.
Una cosa è certa di fronte a queste immagini… non basta avere una macchina fotografica per sentirsi un fotografo come non basta un foglio e una penna per spacciarsi un poeta.
A presto. Sa
♥♥♥
Articolo di Francesca Bernabei
Photo credits :
ELLIOTT ERWITT. RETROSPECTIVE
Mostra fotografica di Elliott Erwitt a Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art
Via della Fratta 36, Lucca.
Dal 18 Aprile al 30 Agosto 2015
Per ulteriori informazioni visitate il sito del museo