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Dopo il grande insuccesso della recensione di Alessandra Amoroso, ecco che a nulla richiesta arriva anche il post su Emma Marrone, l’ultima pupilla della piaga della musica moderna: Maria de Filippi. Una che con la sua capacità di regalare 15 minuti di fama potremmo anche definirla una sorta di versione contemporanea, più mascolina epperò totalmente priva di talento artistico, di Andy Warhol. Ok, ho detto la stronzata. O forse una triste verità del mondo di oggi.
Che poi ci sarebbe anche da aprire una parentesi sul perché programmi come Amici siano definiti talent-show, quando di talento se ne vede ben poco. D’altra parte però pure i reality-show si chiamano così sebbene siano solo finzione. E poi anche la parola show: programmi noiosi di questo tipo possono davvero essere considerati degli show??
Tornando a Emma Marrone comunque, se non sapete chi è, non preouccupatevi. Se sapete chi è, preoccupatevi. Io lo sto facendo.Va comunque detto che Emma Marrone al confronto della Amoroso sembra Mozart paragonato con Giovanni Allevi, o il notiziario della BBC al confronto del TG1. Ma questo è dovuto solo all’inascoltabilità totale della musica della Amoroso, non a meriti reali della Emma Brown, che vince nettamente la sfida anche a un livello meramente estetico. Ma pure in questo caso non è che si vada molto…
Il suono del suo album d’esordio “A me piace così” è rock e aggressivo. Ok, ho detto un’altra stronzata. Scusate. Però l’intenzione principale di questo disco sembra il voler scimmiottare un certo rockaccio italico tra Gianna Nannini e Vasco Rossi. In qualche caso si vorrebbe copiare persino i Garbage (ERESIA!), come in una “Arida” copiata dalla loro jamesbondiana “The World in not enough”. Inutile dire che il tentativo fallisce pietosamente.Una cosa che colpisce delle produzioni di pop commerciale di questo tipo è il paragone impietoso con i colleghi stranieri; possono anche non piacervi, ma gente come Lady Gaga, Rihanna, Katy Perry o i Black Eyed Peas hanno dietro delle produzioni e dei suoni davvero mostruosi, spesso anche originali e innovativi. Qui abbiamo basi da piano bar o da cover band da locale di periferia, senza offesa per le cover band di periferia.
Insomma, alla fine meglio sta Emma Brown di Alessandra Amoroso. Ma anche meglio un pugno in faccia. Parlo di un vero pugno in faccia, uno alla Bud Spencer, non il buffetto che si è preso Capezzone.(voto 1)
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