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A Milano Con Pippo: non c’ero ma è come se ci fossi stato

Creato il 14 maggio 2013 da Antonioriccipv @antonioricci

Ieri sera a Milano non ho potuto essere presente all’incontro pubblico con Pippo Civati.

Non c’ero ma è come se ci fossi con il cuore e la ragione.

A Milano Con Pippo: non c'ero ma è come se ci fossi stato

Da tempo sono in piena sintonia con quanto dice e sostiene Pippo.

Soprattutto nell’ultima fase politica.

Mi sta a cuore ribadire alcune osservazioni.

Lascerei stare Enrico Berlinguer, oggi di fronte a noi non c’è Moro ma Silvio Berlusconi che pensa solo al suo tornaconto personale.

Questo governo Letta c’è, lo sostengo ma rivendico la possibilità e la necessità di critica.

E’ un governo che deve essere molto concreto e molto breve.

Che deve dire chiaramente cosa farà, dove troverà i soldi per farlo.

Un governo che non può certo abbassare la guardia su temi come: giustizia, conflitto di interesse e corruzione.

Enrico Letta lo sa bene.

Un governo che dovrebbe fare subito una legge elettorale, utile in caso di elezioni improvvise.

Un governo che non dobbiamo subire ma dobbiamo guidare con le nostre parole d’ordine.

Lavoro, ridistribuzione della ricchezza, diritti civile, jus soli.

Ci sarà poi un congresso.

Anche Massimo D’Alema al tg3 di ieri sera ha detto chiaramente che ora non possiamo dare l’idea di chiusura. Che pur scindendo la figura del segretario da quella del candidato alla presidenza del consiglio non possiamo evitare le primarie aperte.

Io non posso che essere d’accordo e battermi perché questo accada veramente.

Un grande partito non ha paura di un congresso aperto.

Non ci possiamo permettere di far votare solo gli iscritti.

Gli iscritti praticamente non ci sono più e sono solo (o quasi) cammellati e cammellabili.

Penso inoltre che vi sia una grande necessità di un di un reset totale nel partito.

Che dobbiamo andare oltre il falso unanimismo confrontandoci in un congresso aperto e vero.

PS: abbiamo perso il treno della televisione lasciandola a Berlusconi, non perdiamo il treno di internet lasciandolo a G. Nessun parlamentare ha votato sotto l’influsso di twitter. Gli obiettivi dei 101 franchi tiratori erano chiari, non venivano da twitter e diciamo che sono stati raggiunti.



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