Il Venerdì nero è un po' un classico delle borse. Sarà che è l'ultimo giorno di contrattazioni della settimana, ma che la giornata possa essere caratterizzata da copiose vendite non è un evento eccezionale, specialmente in un momento di crisi economica com'è l'attuale.
Questo Venerdì nero della borsa di Milano è però stato preceduto da un Giovedì nero, vissuto in beata solitudine, mentre nel resto del mondo le altre borse cercavano di recuperare le perdite degli ultimi mesi. Anche questa mattina, in realtà, la borsa italiana era la sola a perdere, soprattutto nel comparto bancario, con la solita Unicredit ad annaspare sul fondo.
Solo nel pomeriggio i pessimi dati sui sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, che hanno dimostrato la debolezza della ripresa economica americana, hanno fatto invertire la rotta a tutti i mercati finanziari, e ad accellerare la discesa degli indici borsistici italiani, che hanno terminato la giornata con ultra performance negativa del 3,47%, mentre il differenziale tra il bund tedesco e il btp italiano raggiungeva nuovi massimi.
Qualcuno ha messo in relazione l'andamente della borsa nazionale alle voci delle probabili dimissioni del ministro del Tesoro Giulio Tremonti, circolate dopo un incontro tra lo stesso ministro e il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, ma è chiaro che non può essere quello il motivo.
Gli indici avevano cominciato a scendere già da prima che le voci cominciassero a circolare e le vendite erano tanto pesanti da far sospendere Unicredit per eccesso di ribasso.
Il vero motivo dell'andamento borsistico è che la speculazione finanziaria internazionale sta scommettendo sul default dell'Italia, giudicando la manovra correttiva licenziata dal governo inefficace e il governo stesso incapace di affrontare l'emergenza che si è creata.
Questo si vedrà la settimana prossima, quando molto probabilmente le vendite continueranno a bersagliare i listini milanesi.
Intanto qualche reazione dal mondo politico sembra arrivare, anche se c'è poco da stare allegri, perché se qualcuno comincia a criticare il ministro, pare che nessuno abbia il coraggio di ammettere che la manovra finanziaria deve essere completamente rivista.
Il premier Berlusconi, per esempio, ha ammesso che il provvedimento contiene alcune iniquità ed ha promesso di "correggere il superbollo sulle autovetture", come se fosse in questo elemento l'iniquità della manovra e non nell'aumento della tassa sui depositi titoli, aumentata anche del 1000%, nel caso di un deposito di 50mila euro (da 38 a 380 euro).
Dice anche che il governo ha cercato di non mettere le mani in tasca agli italiani, non rendendosi conto che le ha messe direttamente nei conti correnti.
Il sospetto che i capi della coalizione, Bossi e Berlusconi si sono incontrati tra loro e poi col ministro Tremonti, vogliano usare il ministro come caprio espiatorio, costringendolo alle dimissioni e addossargli tutte le colpe per l'iniquità della manovra, magari addolcendo qualche piccola voce, come quella del superbollo, sperando così di placare la rabbia dei propri elettori.
Una speranza che è però vana. Gli italiani sono meno fessi di quanto i politici pensano e se sono passati sopra a certi comportamenti privati, a certe facilonerie e pure a certi abusi di potere è perché speravano che questo governo avrebbe finalmente realizzato le riforme che erano state portate come punti programmatici in campagna elettorale.
Sperare ora di rabbonirli con uno sconto sul superbollo, oppure con una mancia di qualche euro sulla bolletta dell'elettricità, mentre gli vengono con l'altra mano sottratte centinaia e centinaia di euro dai conti correnti, dagli assegni pensionisti e dalle buste paga è una pia illusione.
Soprattutto di fronte alla spudorata assenza di quei tagli alla spesa pubblica, e in primis a quella per i partiti, i parlamentari e tutti i politici di ogni ordine e grado, l'abolizione delle provincie e delle comunità montane etc.
Tutte aspettative che proprio il presidente berlusconi aveva acceso nelle loro menti, in anni e anni di propaganda politica e che ora lo inchiodano alle sue responsabilità.
Aprrovare la manovra finanziaria così com'è segnerà la fine di questo governo, che potrà pure sopravvire per altri due anni, ma solo come uno zombie.
D'altra parte è solo mostrando la volontà di colpire gli sprechi enormi della spesa pubblica, recuperando le ingenti risorse disperse in spese inutili e addirittura dannose per l'economia nazionale che si potranno realizzare le condizioni di arrivare al pareggio di bilancio nei tempi previsti senza strangolare la ripresa economica e trovare pure le risorse per finanziare lo sviluppo.
Solo allora la speculazione internazionale abbandonerà la presa e si girerà per cercare una nuova preda.
Fino ad allora le giornate nere a Milano continueranno a susseguirsi in un crescendo rossiniano.
Intanto la borsa di New York, dopo il pesante dato sulla disoccupazione, ha chiuso con una perdita dello 0,49%, dopo giorni di salita.