Nella città di Partenope, la sirena che in molti sanno leggendariamente adagiata sull’isolotto di Megaride e che fa da contraltare all’altra immaginaria figura femminile, anch’essa appoggiata sulle acque del mare napoletano, ossia quella che si desume dalla forma fisica dell’isola di Capri, a scrivere la storia non sono soltanto i musei, le chiese, le piazze, i castelli e i palazzi dislocati sul suo territorio, tra il centro storico e non, tra i decumani e i cardi, ma anche le botteghe e i locali delle imprese ultracentenarie campane.
È necessario, dunque, che chi cammina per le strade di Napoli abbia sempre gli occhi aperti, perché anche l’angolo di strada apparentemente meno significativo può avere qualcosa da insegnare e un pezzo di storia da trasmettere. In merito, quindi, ai negozi più antichi presenti nella città partenopea, sono stati individuati:
- la Farmacia Pilerci (piazza Vittorio Emanuele);
- i negozi di abbigliamento Tarallo (via Toledo 419/420);
- Maison Donadio 1903 (via Toledo 290);
- Renata Gatta (via Duomo 212);
- Martone 1956 (via Pietro Colletta 1/9);
- la cioccolateria Gallucci (via Cisterna dell’Olio 6);
- la gioielleria Sorrentino 1925 (Corso Umberto I 383/385);
- la Casa della Penna 1937 (Corso Umberto I 88);
- il Ristorante La Bersagliera (Borgo Marinari 10).
È una selezione compiuta dall’Assessorato regionale al Commercio e all’Artigianato, il cui assessore, Vittorio Fucci, ha tenuto a precisare che si tratta di un’iniziativa mirante a salvaguardare il patrimonio storico, imprenditoriale ed economico, essendo imprese connotate da una notevole valenza e importanza storica, artistica e culturale. In base a questo sembra, però, lecito chiedersi come mai in questo elenco non siano state incluse le botteghe caratteristiche di San Gregorio Armeno, a tutti note per la creazione dei presepi natalizi.