Mio nonno non c'è più da undici anni. Ho pianto prima che morisse, quando ho capito che sarebbe stato inevitabile. Da allora il mio legame con lui è fatto di una vecchia foto nel portafogli e una nella mia camera, una Messa di suffragio a Natale e qualche visita al cimitero ogni tanto.
Mi fa uno strano effetto pensare che fra pochi mesi andrò a vivere nella casa che era stata la sua. Dopo un periodo lungo e travagliato, è tornata alla nostra famiglia. Lunedì mattina io e mio papà siamo andati a vederla: non ci entravamo da undici anni. Quel luogo era nulla più di un insieme di flash nella mia testa: il portone, il numero dell'interno (il 19), il lungo corridoio, una foto in bianco e nero all'ingresso, gli armadi a muro, la dispensa in fondo, la poltrona della sala su cui era seduto l'ultima volta che l'ho visto, il pomeriggio di Pasqua, quattro giorni prima che se ne andasse. Marassi, i miei piedi che ritrovano sottoterra le radici da cui sono nata. Molti angoli li avevo rimossi. Ho camminato in cerca di ricordi, e appena entrata in bagno ho subito aperto l'armadietto alla ricerca del pennellino.
Era ancora lì.
A new home has come :-)