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Alla fine ha vinto la volontà di lasciare la traccia - anche se solo per me stessa - di qualcosa di bello.
Quest'anno - su suggerimento di un'amica - ci lanciamo alla scoperta di un gruppo di isole poco conosciute, le Diapontie, praticamente tre scoglietti a nord di Corfù: Erikoussa, Othoni e Mathraki.
Arriviamo in traghetto da Brindisi a Corfù town e lì, dopo un po' di attesa al porto, prendiamo quello che diventerà il nostro amico traghetto per muoverci tra le isole, l'Alexandros, dove non sai mai se e quando passeranno a chiederti i soldi del biglietto... La nostra prima tappa, dopo oltre tre ore di viaggio, è Erikoussa, dove abbiamo prenotato nell'unico albergo dell'isola, quello gestito da George (non Clooney, anche se un po' ci si atteggia). L'arrivo già ci dice che avremo un mare meraviglioso per tutta la vacanza.
Come riassumere i quattro giorni a Erikoussa? Direi che non posso dimenticare la spiaggia di Bragini quasi deserta a Ferragosto - dove costruiamo con le canne trovate in spiaggia un piccolo riparo dal sole che picchia -, le cene e i pranzi da Anemomilos, il ristorante di pesce che sta proprio sulla spiaggia del porto, il Fiki Beach Bar che non riusciamo a capire quando apre finché ci avventuriamo un dopo cena e ci troviamo l'intera isola a bere con vista sulla spiaggia di Fiki, il barbecue organizzato al camping da E. e dagli altri amici greci che abbiamo conosciuto, la notte trascorsa in una casa sperduta nel centro dell'isola perché c'è stato un fraintendimento e George non ha una stanza per noi per l'ultima sera e dunque alle 23,30 ci alloggia con brandine in questa casa che non sappiamo di chi è, il sorgere del sole sull'isola la mattina seguente mentre andiamo a prendere il traghetto.
Ma eccoci a Othoni. Anche qui mi sforzerò di fare un piccolo riassunto delle cose memorabili. In negativo, la presenza di un numero esagerato di italiani (quasi non si sente parlare altro), quasi tutti con barca a vela al seguito e dunque ancora più antipatici. In positivo, un mare che non vedevo di un colore così azzurro, verde, blu, cobalto ormai da anni; la moussaka di Babi della taverna Nostimon Imar; il giro col motorino scassato e la passeggiata verso la spiaggia di Fiki (con raccolta di salvia); l'interno verdissimo dell'isola e i panorami dalle montagne; la festa greca in piazza e i souvlaki buonissimi; la gita in gommone con G., F. e M. alle spiagge non raggiungibili a piedi e l'abbuffata di ricci. Pronti di nuovo a viaggiare con l'Alexandros, alla volta di Mathraki, dove ci fermiamo per altri quattro giorni in quello che è un vero e proprio paradiso terrestre, quasi senza macchine, senza persone, senza rifornimenti alimentari (!).
Come dimenticare l'appartamento a due passi dalla spiaggia dove abbiamo dormito sentendo solo il rumore del mare, i bagni al risveglio prima ancora di fare colazione, la lunga spiaggia rossa di Portelo dove spesso non c'era praticamente nessuno oltre a noi, la passeggiata al buio pesto tornando dalla taverna Giannis, perché le luci per strada ci sono ma non vengono accese, le abbuffate di pesce, di sofrito e di gemista (verdure ripiene) alla taverna del porto, la passeggiata nell'interno dell'isola tra campi coltivati e alberi da frutta, il tramonto a Fiki e il bagno alla spiaggia vuota del vecchio porto?
Dopo aver salutato con una lacrimuccia il mare delle Diapontie, trascorriamo gli ultimi due giorni nell'isola di Corfù (strapiena di italiani e di partenopei in particolare, che ve lo dico a fare?).
Su suggerimento di alcuni amici greci conosciuti a Erikoussa prendiamo una macchina a noleggio e ci spostiamo verso Liapades, sulla costa occidentale dell'isola, poco sotto Paleokastritsa. Il suggerimento si rivela perfetto, perché di quello che vedremo a Corfù è certamente la parte paesaggisticamente più bella.
Il ritorno alla civiltà corfiota è un po' scioccante e la "tunza" notturna ci disturba non poco, però le spiagge di Gefyra e di Rovinia valgono una visita.
Ci spostiamo dunque verso il nord dell'isola, costeggiando Paleokastritsa, Agios Georgios, Sidari, Acharavi, Roda, questi ultimi posti assolutamente dimenticabili (una specie di Rimini negli anni '50 con un turismo prevalentemente est-europeo). Dopo una assurda sosta in una taverna gestita da un tizio ubriaco a Lepsi, proseguiamo il nostro giro fino alla costa ovest subito a nord di Corfù town e ci fermiamo a dormire a Ipsos, in un albergo gestito da una tedesca e pieno di tedeschi (che ci fa uno strano effetto dopo aver avuto a che fare solo con greci e italiani!).
Torniamo a Corfù town non senza aver prima fatto tappa all'Achilleion, la villa acquistata dalla principessa Sissi per trascorrerci le vacanze con una vista meravigliosa sulla costa orientale dell'isola. Passeggiata per il centro di Corfù, dove sembra un po' di stare a Chioggia (anche se non ci sono mai stata) e cena da Bellissimo (con acclusa spanakopita!).
Eccoci a Brindisi, e come ulteriore fase di accostamento alla normalità e alla folla ci fermiamo un paio di giorni dalle mie parti, girando tra Monopoli, Polignano e Conversano.
Vacanza finita purtroppo. Caldo non ancora. Ma il lavoro ci aspetta.
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