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A ogni santo la sua candela: intervista a Stefano Crupi

Creato il 10 febbraio 2016 da Fedetronconi

Stefano Crupi torna nelle librerie dopo il successo di Cazzimma (Mondadori). Questa volta affronta un tema di estrema attualità: il lavoro, l’ambizione, la raccomandazione. A cosa e a quanto siamo disposti per arrivare al successo?

 

A ogni santo la sua candela: intervista a Stefano Crupi

Trovare lavoro in Italia in tempo di crisi non è poi così difficile, basta capire come funzionano le cose. E Maristella, donna ambiziosa e calcolatrice rimasta presto vedova con un unico figlio da far arrivare in alto, lo sa bene, e sa che la prima cosa è “mettersi dietro il santo giusto”. Ernesto si è finalmente laureato in economia e la sua spasmodica ricerca di un’affermazione personale nasce proprio dagli insegnamenti della madre che, cresciuta nei Quartieri Spagnoli di Napoli tra mille difficoltà, ha sempre accarezzato l’idea di un radicale riscatto sociale. In gioventù il suo debole per uomini carismatici e potenti aveva fatto incrociare la sua strada con quella di Alfonso Malatesta, che anni dopo sarebbe diventato un potente boss. Ernesto è il mezzo attraverso il quale Maristella può finalmente realizzare il suo sogno, e Malatesta potrebbe essere il santo giusto per sistemare suo figlio, trovandogli un impiego adeguato. E così avviene. D’altronde Ernesto ha ereditato da lei la determinazione e l’assenza di scrupoli: per diventare davvero qualcuno non bisogna mai mostrare debolezze, bisogna avere i peli sul cuore, e lui non esita ad applicare la lezione della madre nella sua nuova vita d’ufficio, tra grandi regalie e piccole meschinità. A ogni santo la sua candela racconta la rapida ascesa di un ragazzo convinto di potersi emancipare dalle sue umili origini inserendosi a ogni costo in un meccanismo che si fa sempre più pressante. Dove lo condurrà questa sua smania di farsi strada nel mondo? Stefano Crupi affronta senza moralismi e ipocrisie un tema di grande attualità, l’Italia del potere corrotto, delle scorciatoie e delle raccomandazioni. Il cuore del romanzo è però la storia vivida e spietata di una madre pronta a tutto per suo figlio e del loro rapporto simbiotico ed esclusivo.

Abbiamo raggiunto lo scrittore per entrare nello specifico di alcune tematiche affrontate nel suo romanzo.

A ogni santo la sua candela: intervista a Stefano Crupi

Lo scrittore Stefano Crupi

Raggiungere il successo ad ogni costo: come mai ha scelto questo tema per il suo nuovo romanzo?

Perché credo che sia diventata ormai convinzione comune il fatto che non basti il merito a fare carriera, ma serva qualcos’altro, l’aiuto di qualcuno appunto che occupi un posto di potere. Funziona così in ogni ambito e chi non lo capisce prima o poi viene escluso da qualsiasi competizione.

Nel suo romanzo descrive un’italia radicata in un sistema corrotto, tema di grande attualità. Avendo affrontato l’argomento trova che ci possano essere spiragli per una futura inversione di tendenza? e se sì come?

La cronaca recente ci parla di un sistema talmente marcio che sarà difficile porvi rimedio. E’ necessario secondo me ripensare completamente il sistema del pubblico in Italia, creare degli anticorpi che lo siano davvero, agire sul versante dell’efficienza.

Perché secondo lei la raccomandazione è tanto criticata ma non combattuta in Italia?

La raccomandazione esiste anche in altri paesi, lì si chiama segnalazione. Nulla di male la segnalazione se a essere segnalata è una persona meritevole, diverso è il caso invece in cui la segnalazione avviene solo per ragioni di censo, per parentele, per uno scambio di favori. A quel punto la cosa diventa deprecabile. Non è combattuta proprio perché è la normalità.

Vede in Ernesto la nuova generazione?

Purtroppo sì, Ernesto fa parte di una generazione di traditi, di ragazzi che avranno molte meno opportunità dei loro genitori, per questo è comprensibile la loro reazione di rabbia e frustrazione.

Parallelamente al tema del lavoro, della corruzione, ha affrontato il tema di un rapporto madre – figlio molto particolare: simbiotico, esclusivo quasi di fusione e tutt’uno, certamente particolare. Potrebbe descrivercelo?E come mai ha voluto affrontare questa sfumatura di questo rapporto?

Il rapporto tra una madre e suo figlio è al centro del mio romanzo. Trovo che sia molto italiano, rappresenti perfettamente il nostro Paese. Queste madri disposte a tutto per i loro figli, anche a giustificare le loro peggiori nefandezze. Alla base c’è l’amore che le spinge a comportarsi in questo modo, lo fanno quindi a fin di bene, ma nello stesso tempo sono colpevoli a loro volta, spesso senza rendersene conto.

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