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A PADOVA VOLEVO ANDARE ( racconto in 9 puntate)

Da Teoderica
A PADOVA VOLEVO ANDARE ( racconto in 9 puntate)
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A PADOVA VOLEVO ANDARE ( racconto in 9 puntate)
A PADOVA VOLEVO ANDARE ( racconto in 9 puntate)
3puntata
Preso il treno delle 11,15 per Rimini, siamo giunti nella tiepida e sonnolenta città romagnola, Rimini è viva solamente durante il periodo estivo, e infilati subito dentro il Tempio Malatestiano.
La luce è la cosa che colpisce il visitatore appena entra dentro questo edificio progettato dall'Alberti e voluto dall'allora signore della città, Sigismondo Pandolfo Malatesta, come tempio quasi pagano (era in lotta col Papato e non volle simboli cristiani) per celebrare lui e la sua stirpe.
Luce che proviene dalle alte finestre gotiche e si riversa entro le cappelle laterali e sui putti, scolpiti da Agostino di Duccio, che ne decorano le balaustre.
Putti che sorridono, giocano, si rattristano mentre fanno da compagni eterni a chi li volle, uno dei condottieri più coraggiosi e spietati del rinascimento italiano.
C'è qui dentro anche qualcosa di Ravenna, nell XVI secolo la Basilica di Sant' Apollinare in Classe subì la spoliazione dei marmi interni, posti in opera per la costruzione del Tempio Malatestiano di Rimini, quando i monaci camaldolesi abbandonarono il luogo per insediarsi nel Monastero Classense in città.

La parte esterna è tutta di marmo, nella parte inferiore della facciata si notano tre archi, due ciechi e uno aperto per consentire l'ingresso al tempio, la parte superiore è incompiuta. Le facciate laterali, sempre in marmo, hanno sette archi ciechi con altrettante finestre.

L'interno cala il visitatore in un atmosfera surreale caratterizzata dal "bello" allo stato puro: una sola navata, ricoperta da travi di legno. dalle quali partono le arcate che chiudono alla base le cappelle. Salta all'occhio la differenza tra la parte voluta da Sigismondo (ricca di ornamenti, sculture e fregi) e la parte realizzata dopo la sua morte;

il sepolcro di Sigismondo, posto a destra, tutto in marmo, caratterizzato da due bassorilievi che raffigurano il profilo dello stesso Sigismondo.

Nella quarta cappella vi è l' affresco di Piero della Francesca raffigurante Sigismondo Malatesta inginocchiato davanti a San Sigismondo re di Borgogna (l'affresco oltre ad essere bello è l'unica testimonianza di come era stato fatto il castello nel XVI sec. che si scorge alle spalle di Sigismondo)

Nella seconda cappella, una statua di San Michele Arcangelo , e il sarcofago di Isotta degli Atti (grande amore di Sigismondo Malatesta); nella terza cappella bassorilievi realizzati da Agostino di Duccio, uno dei più belli raffigura Rimini sotto il segno del Cancro; tra i capolavori più interessanti da vedere all'interno del tempio: il Crocifisso di legno realizzato da Giotto, realizzato dall'artista toscano nel 1312 appositamente per l'antica chiesa francescana e una tela del Vasari. Nella prima cappella, realizzata in onore di San Sigismondo re di Borgogna, si vede un balconcino retto da putti marmorei che reggono lo stemma malatestiano; questi angioletti sono di un erotismo sfacciato, mostrano i loro culetti carnosi con atteggiamenti strafottenti, li potete ammirare nelle foto.

Nel tempio potrete imbattervi frequentemente ne simbolo del dollaro, bè raffigura l'iniziale di Sigismondo divisa a metà da un' asta in modo simmetrico, il Tempio è imbevuto di alchimia e di simboli legati al dualismo, pare impossibile che qui si celebri la Messa, anzi il Tempio è l' odierno Duomo di Rimini, pensate un po' quante contraddizzioni e quindi non preoccupiamoci se ci sentiamo incoerenti ed inadeguati, sono i nostri archetipi nell' inconscio dovuti alla vita e non a noi, inconsapevoli fruitori di opposti inconciliabili ...ma il Tempio ci insegna che ci può essere armonia nei poli opposti.


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