A sentir loro, hanno vinto tutti, in realtà, ha vinto solo la Lega (quasi uno su tre vota Lega nel nord!), che si è trascinata dietro il Berlusca e la combriccola di ladruncoli che si porta appresso.
Ora aspettiamoci un Federalismo condito di Presidenzialismo entro fine anno, così da accontentare Bossi e il Silvio, con il suo obiettivo di diventare Presidente della Repubblica (dannato il giorno in cui il difensore della costituzione sarà colui che cerca di distruggerla in continuazione).
Ci sarebbe da mandare tutti affanculo e pensare ad altro (che ne so, i fiori, le farfalle, la fotosintesi clorofilliana), ma abbozziamo una specie di analisi, priva delle menzogne che ci propineranno i vari politici in TV.
Il Silvio non muore mai
Il grande affabulatore, consapevole di non avere il 66% di sostenitori nel paese (le palle le può dire ma poi i voti si contano), nell’ultimo mese ha schierato tutte le sue TV, ha organizzato una grande manifestazione, ha sovvertito le regole con decreti interpretativi, ha minacciato la popolazione che il governo avrebbe aiutato solo le regioni di destra, ha insultato, lanciato i propri giornali contro gli avversari per cercare in tutti i modi di vincere qualche regione in più e riportare il PDL a percentuali attorno al 30%.
Il problema è che ce l’ha (quasi) fatta.
Ha portato a casa 2 regioni in più del previsto (anche se senza UDC e Lega non ci sarebbe mai risucito); per fortuna il PDL cede un mare di voti rispetto alle passate regionali e anche rispetto alle recenti europee… per il premier i festeggiamenti sono da fare a denti stretti, senza un’alleanza con l’UDC al sud non arriva alla maggioranza e al Nord la Lega gli sta rubando anche la Lombardia.
Vincitore sì, ma solo in apparenza.
Il fattore Grillo e la sinistra suicida
Incredibile risultato delle liste a 5 stelle di Grillo, che diventano un “partito serio” di cui tenere assolutamente conto. Raggiungendo quasi il 2% (nonostante la candidatura solo in 5 regioni su 11), con punte di un incredibile 7% in Emilia Romagna e un notevole 3.8% in Piemonte, viene premiato l’impegno nel realizzare un programma serio, fondato sul territorio e ragionato insieme con la gente.
Tutt’altra storia i partitini di sinistra. Nella vergognosa frammentazione post-Rifondazione troviamo 3 partiti (Verdi, Federazione della sinistra, Sinistra&Libertà) che, sommati, varrebbero più del 6%, nonostante siano scomparsi dai media. CI SI DEVE SVEGLIARE e creare una federazione di queste realtà alternative ai due poli, Grillo compreso, che facciano delle loro diversità un pregio, come EuropeEcologie in Francia (un’associazione di diverse realtà che è arrivata al 15% alle scorse regionali).
Se in Italia si presentassero tutti separati anche alle prossime elezioni nazionali, il mio voto se lo sognano.
Gli altri
Mauro Biani insegna, con ironia...
Poche novità per Di Pietro (leggera crescita) e UDC (leggero calo), che comunque confermano di essere fondamentali nella politica italiana dando un ennesimo colpo al bipolarismo (meglio così).
Il PD mostra leggerissimi segni di risalita (26% a livello nazionale, ma si votava in Emilia e Toscana…), ancora troppo poco se spera di vincere alle prossime elezioni nazionali. Per il centro-sinistra la situazione al nord è drammatica, perdere in Piemonte contro quel troglodita di Cota della Lega significa essere messi molto molto male.
Noi consoliamoci con Vendola e la sua meritatissima vittoria in Puglia, con quasi il 50% dei voti. Quando si lavora bene e con passione non conta essere comunisti e gay, la gente ti stima e ti vota comunque. Speriamo sia d’esempio per tutta la sinistra italiana.