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A Più libri, più liberi 2012: il fantasy e la rivalsa dei bambini maltrattati

Creato il 20 dicembre 2012 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

Aggiungiamo all’approfondimento del 17 dicembre, un commento alla tavola rotonda  “Fantasy: la mappa del fantastico nella mente dei lettori”  che si è svolta l’8 dicembre a Più libri, Più liberi.

di Manuela Di Vito

Se la tavola rotonda sul fantasy era cominciata come una conferenza pacata di una docente universitaria, Elena Paruolo, sull’origine del genere, si è poi trasformata in un appassionato monologo sui significati profondi del fantasy grazie all’intervento della scrittrice Silvana De Mari. Ma andiamo con ordine.
Il fantasy è una forma narrativa che si allontana da tutto ciò che viene considerato reale, spiega la Paruolo. Nasce nell’Inghilterra dell’Ottocento quando, allo sfruttamento del lavoro dei bambini conseguente alla rivoluzione industriale, la letteratura reagisce con una celebrazione dell’infanzia. Al contrario dei romanzi realistici pure diffusi in quel periodo, quelli fantasy rivalutano il bambino, trasformandolo in un «essere profetico dotato di poteri salvifici». E qui la De Mari e la Paruolo s’incontrano: il fantasy è la rivalsa dei bambini maltrattati, perduti, umiliati, uccisi.

A Più libri, più liberi 2012: il fantasy e la rivalsa dei bambini maltrattati
A partire da Lewis Carroll e James M. Barrie fino a J.R.R. Tolkien e a J.K. Rowling il fantasy, sebbene sia un genere fuori target, ovvero un crossover tra letteratura per adulti e letteratura per l’infanzia, mette al centro il viaggio che il bambino compie per salvare sé stesso e il mondo intero.
Ma il fantasy non nasce dal nulla, ha salde radici nella fiaba e nel genere cavalleresco per la Paruolo ed epico per la De Mari. Per quest’ultima la fiaba, che rappresenta l’animo femminile, è il genere letterario che per primo ha avuto il coraggio di parlare di bambini maltrattati. In Cenerentola, oltre al tema del rapporto con la matrigna, è centrale l’immagine dei suoi piedi minuscoli che evocano le terribili fasciature che si facevano in Cina. Poi, senza bisogno di presentazioni, ci sono Biancaneve, Hansel e Gretel, la Sirenetta e via dicendo.
Nel genere epico, maschile, ritorna il tema della violenza degli uomini e del maltrattamento di donne e bambini. «Ricordatevi che ira è la prima parola scritta sul nostro continente», ha sparato la De Mari a un certo punto riferendosi all’Iliade. E poco dopo: «Il fantasy così come lo conosciamo oggi non sarebbe esistito senza Auschwitz».
Per lei, che conosciamo tutti come strenua combattente per i diritti dell’infanzia, il fantasy non è solo la rivalsa del bambino ma quella del mondo intero attraverso il bambino. Il fantasy, non c’è discussione, parla di genocidi. È il prodotto della nostra cultura della violenza e della morte. Pinocchio e Alice parlano di follia e morte, Peter stesso è l’angelo della morte, e nel Piccolo principe la morte viene sdoganata senza più pudori. Per non parlare del Signore degli anelli e di Harry Potter. I titoli citati sono bene o male sempre quelli più noti, ma c’è un messaggio di fondo in ognuno di questi romanzi, conclude la De Mari: «Non abbiate paura». 
A Più libri, più liberi 2012: il fantasy e la rivalsa dei bambini maltrattati

Fra il contegno molto english della professoressa e l’ironia appassionata della scrittrice, la psicoterapeuta M.C. Santillo, che utilizza la filmografia fantasy nella gestione di gruppi di adolescenti sia per la simbologia archetipica – Eros e Thanatos, bene e male, maschile e femminile, viaggio – sia per i messaggi positivi che veicola, ha voluto aggiungere alla ricetta del genere fantasy un tocco di esoterismo. Ha parlato di esplorazione delle potenzialità della mente umana e di Kabala, dal numero degli anelli a quello dei libri della Rowling, e ha avuto il merito di ricordare a tutti un altro grande caposaldo del genere: la Storia Infinita di Michael Ende.
A moderare le tre relatrici Claudia Camicia, presidente del Servizio per la Letteratura Giovanile, che ha organizzato l’incontro.


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