Questa settimana mi sono imbattuto in alcuni bei post che vorrei qui condividere con voi.
Il primo è intitolato “Non esistono idee isolate, esistono solo ragnatele di idee” ed è secondo me un post da prendere a modello su come si scrive un articolo di un blog: breve ma completo, con link precisi di approfondimento e di ampliamento del tema (la necessità di ripensare e, direi, resettare il modo di concepire la produzione e la trasmissione della cultura nell’era digitale) e una piccola sitografia finale per inquadrare l’argomento anche in maniera diacronica. Da leggere in tutti i suoi percorsi, per farsi un’idea seria e non superficiale sulla sempre troppo banalizzata querelle cartaceo vs. digitale.
Il secondo è un’infografica su come un libro cartaceo diventa testo digitale (“How A Printed Book Becomes A Digital eBook“): la trovo molto eloquente per dimostrare quanto sia fallace l’idea purtroppo comune che il digitale è un processo di lavorazione più facile e meno laborioso – e soprattutto meno costoso – del cartaceo.
Infine, un interessante articolo che mostra concretamente come e perché il cartaceo avrà sempre una sua ragione d’essere, seppur limitata a edizioni particolari, dove l’estetica si coniuga con la funzionalità del supporto e il libro privilegia anche la sua identità di oggetto, da avere e mostrare. Un po’ quello che sta succedendo in campo musicale al vinile, acquisto quasi d’obbligo per collezionisti e appassionati.
L’articolo a cui mi riferisco si intitola “Are Print Books Becoming Objets d’art?” e ha anche il merito di segnalare alcuni libri davvero interessanti (di uno si era parlato tempo fa in certi ambienti del web come appunto esempio di libro che in digitale avrebbe poco senso) a cui mi permetto di aggiungerne uno, ma chissà quanti ancora ce ne sono, e magari potreste segnalarli voi stessi.
