Diciamo che abbiamo una vaga idea di chi sia questo “qualcuno” di cui parla l’articolo del Corriere Adriatico del 5 febbraio 2013 che vedete sopra (vedi articolo dell’Ape). Certamente non sono il solo a pormi la domanda e a preoccuparmi per il fatto che il marchio Veregra Street non sia stato ancora registrato, è una questione che inquieta molti di coloro che si occupano di cultura e promozione a Montegranaro. Le rassicurazioni che leggiamo da parte di Di Battista e Nuciari non sono affatto sufficienti anche perché la motivazione addotta a giustificazione della mancata registrazione, la copertura finanziaria, è ridicola.
Ci siamo informati e abbiamo chiesto un preventivo ad una società che effettua questo tipo di servizi e, per registrare un marchio, la risposta è stata la seguente:
“A seguito dei campi che hai compilato possiamo dirti che indicativamente il costo del deposito di una domanda di marchio come da te indicata ammonta a circa: 1500,00 Euro. Detta somma comprende tasse pagate per 10 anni e gli onorari dello Studio Legale xxxxx per la presentazione della pratica, IVA e CAP esclusi. Il costo è lo stesso sia che si registri solo la parola, o solo la grafica, o parola e grafica insieme”.
Che siamo in regime di ristrettezze economiche lo sappiamo ma che il Comune non riesca a trovare, tra le pieghe del bilancio, 1550 Euro per tutelare un patrimonio dal valore inestimabile come Il Veregra Street Festival è difficile da credere. “Chi mai potrebbe spendere diverse migliaia di Euro (sic) per registrare un marchio sapendo che poi il Comune potrebbe facilmente ricorrere alle vie legali e fargli causa?” si chiede Nuciari. La risposta è semplice: uno qualsiasi degli operatori che concorrono all’organizzazione. Nel caso poi di una causa civile, che di solito si protrae per anni, cosa si farebbe nel frattempo che si attenda il giudizio e la sentenza? Tutto questo per risparmiare 1500 Euro. No, non è convincente per niente.
Luca Craia
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