Era mia intenzione dedicare un articolo alla Settimana Santa e al suo significato e la lettura di un articolo di Natalino Piras sul suo eccellente blog “NELLA TERRA SOSPESA” mi dà l’occasione di farlo in un modo che mi consente di trattare l’argomento non solo da un punto di vista religioso, ma in relazione a interpretazioni ideologiche di stampo marxista della Scrittura che rendono evidente l’ossimoro “Cattolico- Comunista” o, come comunemente si usa dire: “Cattocomunista”.
Piras è un noto scrittore e giornalista, che incarna questa contraddizione e rappresenta, attraverso i suoi scritti, un esempio paradigmatico della distorsione della Parola adattata a fini ideologici.
L’articolo, infatti, prendendo a pretesto una pagina evangelica in versione da lui riveduta e corretta, si propone come un’invettiva contro governanti e amministratori della cosa pubblica, che avrebbero come antesignano un Giuda eretto a protagonista dell’Ultima Cena.
Così, riferendosi ad essa, egli esordisce:
“Tutto avviene all’insegna del tradimento. Continua a essere così.“
Un incipit perentorio. Due proposizioni anapodittiche, secondo l’Autore, che sono insieme premessa e conclusione. Due colonne dure, granitiche, sempre secondo l’Autore, sulle quali andrà ad appoggiarsi la sua costruzione interpretativa che, è subito chiaro, non sarà fondata sulla corretta esegesi e sull’ermeneutica della Scrittura, usata invece come semplice pretesto a una denuncia fortemente ideologica nella quale consiste il vero tradimento della Parola.
Affermare che tutto avviene all’insegna del tradimento equivale a spostare l’attenzione dalla figura centrale, che è quella del Cristo, a quella che rappresenta un semplice strumento nelle mani del Padre, affinché, per Volontà imperscrutabile, ciò che doveva compiersi si compia.
Nell’Ultima Cena, che noi ricordiamo il Giovedì Santo nella “Messa in Coena Domini”, non si celebra il tradimento, questa è eresia, questa è blasfemia, ma, al contrario, una “Nuova ed Eterna Alleanza” suggellata dall’Eucarestia: il Corpo e il Sangue di Cristo.
Così fu, quando venne la pienezza del tempo, così è e così continuerà ad essere fino al Grande Ritorno: non tradimento, ma alleanza: un’alleanza che, per altro, spesso viene tradita, come giustamente afferma l’Autore, che però si perde in una oscura dimensione orizzontale, dove egli individua il tradimento dell’alleanza perdendo di vista l’alleanza stessa e non pervenendo a quella visione escatologica della storia nella quale tutto si risolve.
Ma qui non manca solo la visione escatologica, ci troviamo di fronte ad affermazioni aberranti per le quali, ai bei tempi, sarebbe stata formulata un’accusa di eresia che avrebbe procurato all’Autore qualche grattacapo:
“Al primo (riferito a Giuda) non sarà possibile una redenzione perché pure una religione di salvezza e di speranza ha bisogno di vittime sacrificali.”
Ma la vittima sacrificale è “L’Agnus Dei” e non Giuda!!!
E nessuno, neanche Dante, neanche Natalino Piras, può sapere a quale sorte sia andata incontro l’anima del traditore il quale, per altro, come tutti gli uomini, agì secondo il suo libero arbitrio e non per il “Bisogno di vittime sacrificali.”
Buona Pasqua!
Federico Bernardini