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A distanza di (pochi) mesi dal terremoto che ha sconvolto il Paese del Sol Levante, la questione Fukushima rimane avvolta da una fitta nebbia. Nessuno ne parla e ne scrive più, quasi come se si fosse giunti a metà strada tra un incubo ed un problema risolto. In realtà, nonostante tutto il silenzio, l'emergenza prosegue. A questo punto si è andati oltre qualunque nocciolo fuso possibile, innescando di fatto quella che è stata definita una slow Chernobyl. Il materiale radioattivo si è disperso, si disperde e si disperderà ancora per un tempo non prevedibile. Facendo ricerche in rete, con tutto il tatto e la precauzione da utilizzare in casi come questi, si evince un quadro tutt'ora assolutamente allarmante. E' recente la notizia di carne rossa con indici di radioattività superiori alla norma immessa comunque sul mercato, appartenente sembra a circa 650 bovini provenienti dalla prefettura di Fukushima. L'incognita radioattiva è stata spedita in 38 delle 41 prefetture giapponesi completamente esistenti, a fronte di una contaminazione avvenuta probabilmente in una zona situata a circa 75 chilometri dalla centrale maledetta. Questo indice va, quindi, molto oltre a quello di soli 20-30 chilometri diffuso in origine dalle autorità giapponesi. Tutto ciò in quanto, forse, la macchia d'olio radioattiva si sta inesorabilmente ed inevitabilmente espandendo. Essendo incapace di essere fermata ed arginata, fluisce indisturbata: dai terreni alle acque, dai pesci a qualsiasi tipo di animale. I controlli, intanto, sembrano proseguire anche al di fuori del raggio di cosiddetta interdizione. Essendo la causa probabile di contaminazione riconducibile alla paglia di riso usata per cibare i bovini sopra citati, si stanno effettuando controlli a tappeto anche in altre dieci prefetture vicine a quella della centrale di morte: da Tokyo a Chiba, fino ad arrivare a Kanagawa. Il premier Naoto Kan ed il Ministro dell'Agricoltura hanno certificato che nei prossimi giorni saranno costruite le rotte di rifornimento e di commercio delle paglie incriminate, in modo tale da certificare anche i potenziali argini di danno. Scienziati del CRIIRAD, stando ad informazioni sempre riassumibili dalla rete, fanno notare come la popolazione sia sottoposta continuamente a radiazioni; tutto ciò senza neppure poter essere consapevolmente informata sulle necessarie precauzioni da adottare. Al confine tra allarmismo e terrorismo si segnala l'opinione di Bruno Chareyron, ingegnere in fisica nucleare e responsabile dei laboratori CRIIRAD: "[...]I depositi di cesio radioattivo sul territorio sono stati molto importanti. Generano, e continueranno a farlo per molto tempo a venire, un flusso di raggi gamma causando l'irradiazione della popolazione su delle superfici vastissime. A causa di questa esposizione esterna ed in assenza di misure di protezione, centinaia di migliaia di persone riceveranno delle dosi d'irradiazione molto superiori al limite di 1 mSv/anno. Dobbiamo aggiungere a questo l'esposizione interna e soprattutto tutte le dosi ricevute dal 12 marzo scorso,[...]" Per lo stesso ente la soglia di contaminazione è ampliamente superiore a quella stabilita ufficialmente, con un raggio di azione e sicurezza prossimo a 60 chilometri dalla centrale di morte. Analoga è l'opinione dell'AIPRI (Association Internationale pour la Protection contr les Rayons Ionisants), ente autonomo che si occupa di radioprotezione e misure per arginare la radioattività: "[...]A quattro mesi dal disastro nucleare di Fukushima il dubbio non è più permesso. Completamente impreparate alle decisioni catastrofiche che l'industria atomica impone e decisamente sopraffatte dalla situazione, le autorità nazionali ed internazionali hanno deliberatamente optato per la censura radiologica, rilevando solo il cesio e lo iodio, e la palese negazione scientifica della realtà al fine di aggirare gli imperativi categorici delle norme internazionali di sicurezza nucleare che impongono l'allontanamento delle popolazioni dai territori contaminati.[...]"
Il ritratto, tuttavia, impone la riflessione attinente al possibile terrorismo eccessivo. Se così fosse, è opportuno rievocare ancora una volta il ruolo supremo che può esercitare in un mondo civile l'informazione. E' diritto e dovere del cittadino consapevole sapere quanto tragedie come queste si stiano evolvendo, per quanto potrebbero in chiave futura incidere sugli equilibri socio-economici che ci circondano. E' opportuno riflettere molto attentamente e costantemente, contrariamente alle mode attualmente diffuse.
Per saperne di più - Fonti:
http://www.ecoblog.it/post/12883/giappone-vietata-la-vendita-di-carne-rossa-di-fukushima-le-scuse-di-naoto-kan
http://www.mainfatti.it/nucleare/Fukushima-AIPRI-morte-genetica-e-radiologica-lenta-e-inesorabile_037546033.htm
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