L'Amanita phalloides nota anche come Tignosa verdognola ed Agaricus phalloides è un fungo mortale assai diffuso ed è probabilmente il più pericoloso esistente in natura a causa del suo elevato polimorfismo che lo rende somigliante a molte specie, congeneri e non.Cappello
Di colore variabile da grigio-giallastro, a verdastro, o giallo-bruno o anche bianco nella varietàalba, di forma conico-campanulata od emisferica e poi espanso, pianeggiante, liscio, serico, senza verruche con fibrille innate.Lamelle
Bianche, libere al gambo, alte.Gambo
Bianco, spesso ornato da "zebrature" simili al colore del cappello (non facilmente distinguibili nella varietà alba), prima pieno e poi cavo nell'esemplare molto vecchio, bulboso alla base.Anello
Bianco con riflessi giallognoli, cadente a fazzoletto sul gambo, spesso caduco negli esemplari maturi.Carne
Bianca, immutabile, soda.
Assaggio assolutamente da evitare se non si dispone di acqua per immediati ed abbondanti risciacqui della bocca.
Per evitare l'accidentale ingestione di un frammento di fungo - anche piccolo - nella cosiddettafase di assaggio, si sconsiglia vivamente tale procedura per la specie in questione!Cresce in estate-autunno, preferibilmente nei boschi frondosi, non di rado anche sugli argini alberati, limitanti prati e terreni coltivati. Predilige le querce ma non di rado si trova anche nei pressi di conifere.VELENOSO MORTALEContiene Amanitine (di due tipi, alfa e beta), molecole cicliche che bloccano selettivamente l'enzima Rna-polimerasi coinvolto nella sintesi proteica e Falloidine,(PM 1000) altro tipo di ciclo-peptidi ugualmente dannosi per la membrana cellulare, poiché legano con l'actina, proteina strutturale che mantiene in posizione i canali ionici ed in tal modo dalla cellula fuoriescono ioni sodio ed entrano ioni potassio: la cellula quindi si gonfia fino a lisare.
Se l'avvelenamento è diagnosticato in tempi brevi, è possibile scongiurare il decesso del paziente; tuttavia quest'ultimo, a seguito del danno epatico riportato, dovrà ricorrere a dialisi oppure al trapianto dell'organo.
Amanita muscaria (L.) Lam.,Encyclopédie Méthodique Botanique (Paris) 1: 111 (1783).
Cappello
Da 8-20 cm di diametro, da rosso vermiglio a rosso acceso, raramente giallastro, cosparso di verruche bianche o gialle (resti del velo); orlo liscio, ma striato nel senso delle lamelle; cuticola viscida a tempo umido, facilmente staccabile dal cappello. Allo stadio giovanile è chiuso ed a forma emisferica che, una volta maturo, si apre assumendo la classica forma a fungo che tutti conosciamo.Lamelle
Fitte, libere, bianche, talvolta volgenti al giallo-limone, con lamellule. Le lamelle sviluppano l'imenio, la parte fertile del fungo dalla quale si formano le spore.Gambo
Cilindrico e slanciato, bulboso alla base, bianco e portante anello e volva. Nettamente bulboso alla base, pieno poi cavo, spesso squamuloso-forforaceo. Fino a 20-25 cm circa di altezza per 1-3 di spessore.Anello [modifica]
Collocato nella parte alta del gambo, ampio, membranoso, bianco, persistente, un po' striato.Volva
Dissociata in fasce anulari concentriche, che avvolgono il tratto bulboso dello stipite, bianche e persistenti.Carne
Bianca, colore arancio sotto la cuticola del cappello, soda.- Odore: subnullo.
- Sapore: dolciastro.
Commestibilità
La consumazione di questo fungo causa l'insorgenza della sindrome psilocibinica e psicotropa. L'insorgenza di tale sindrome è dovuta alla presenza combinata di sostanze neuroattive nel fungo quali: l'acido ibotenico, il muscimolo ed il muscazone.La sindrome è caratterizzata da manifestazioni quali: disturbi gastrointestinali (non sempre manifesti), formicolio, delirio, allucinazioni visive e olfattive, depersonalizzazione, sensazione di sognare (stato onirico), depressione, talvolta agitazione psicomotoria e mania suicidavelenoso
fotografie gentilmente concesse da:album di Pierino(mio marito)