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A proposito di scarabocchi…

Da Counselor @empaticalista

ganesh bw A proposito di scarabocchi...E’ accaduto a molti di noi di ritrovarsi a scarabocchiare sul foglio durante una riunione, nel corso di una telefonata noiosa, da studenti mentre si ascoltava la lezione. Il buon senso comune ci spinge a pensare che il fenomeno  rappresenti una distrazione dal compito e che di conseguenza non vengano immagazzinate nella memoria le informazioni. Una ricerca pubblicata da Applied Cognitive Psychology ci spiega che così non è: l’esperimento è stato condotto con 40 partecipanti divisi in 2 gruppi, a cui veniva fatta ascoltare una telefonata registrata; una metà  dovevano semplicemente appuntare i nomi delle persone citate  in un foglio rigato, mentre l’altra metà dovevano anche scarabocchiare sia linee che forme arrotondate. Dopo il test i partecipanti vennero sottoposti a sorpresa ad un test di memoria: chi scarabocchiava ebbe una performance di risposte corrette superiore del 29% rispetto agli altri. Se ne deduce che scarabocchiare durante un compito noioso aumenta la concentrazione e riduce la tendenza a fantasticare, distraendosi.

Per cui se vogliamo evitare di sognare ad occhi aperti durante una situazione noiosa scarabocchiare è tutt’altro che controproducente! E se vogliamo imparare a farlo in modo artistico stimolando il rilassamento e lasciandoci andare alla creatività, Tina Festa (insegnante di scuola dell’infanzia) ha importato in Italia una tecnica facile da apprendere: per sapere qualcosa di più dei Zentangles e degli Scarabocchi Zen visitate il suo blog.

Gli scarabocchi possono anche essere analizzati grafologicamente fin dalla più tenera età:

Verso il 18º o 20º mese i bimbi iniziano a scarabocchiare e da allora non abbandoneranno più foglio e matita, poi carta e penna; momento importantissimo, possono per la prima volta lasciare un segno del mondo. Il loro bisogno di esprimersi incontra la possibilità di farlo.
Secondo Marthe Bernson (Dallo scarabocchio al disegno, Armando Editore, 1968),  la prima ad averli studiati a fondo, valgono anche per gli scarabocchi le leggi fondamentali relative a tutti i sistemi di scrittura esistenti:

  • il benessere arrotonda, allarga, armonizza i movimenti;
  • il malessere li restringe, li comprime, li rimpicciolisce;
  • la collera li contrae, li esaspera o li infoltisce, li fa esplodere;
  • la sensibilità, sia essa affettiva o mentale, affina e diversifica i movimenti, li sfuma e li cesella, dando al tratto un colore, un chiaroscuro ritmato personalissimo, difficilmente imitabile.

Evi Crotti  e Alberto Magni invece (I disegni dell’inconscio – come interpretare gli scarabocchi degli adulti, Oscar Guide Mondadori) ne analizzano le forme ed i simboli donandoci delle chiavi di lettura sulle varie categorie: geometriche, astratte, figurative, legate alla natura… Un piccolo esempio: disegnare un cerchio all’interno di un rombo è espressione di chi sa integrare la propria anima femminile con l’animus maschile, indipendentemente dal suo sesso.

Ognuno di noi predilige alcuni simboli che vengono ripetuti mentre parliamo con le persone, quando siamo al telefono, quando leggiamo o cerchiamo una concentrazione che fatica a venire. Lo scarabocchio è particolarmente significativo perchè la sua interpretazione è avvantaggiata dal fatto di raccontare in diretta ciò che il soggetto sta vivendo. Ci viene quindi offerto un codice prezioso, che vale la pena di osservare e di imparare a interpretare.Evi Crotti – Alberto Magni


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