A proposito di (s)comparsa della politica...

Creato il 19 marzo 2015 da Alessandro @AleTrasforini

"[...] L'Italia è un Paese scalabile. [...] I talk show sono pieni, nel 2011, di immagini di distruzione.
Imprenditori che si danno fuoco. Stabilimenti che chiudono, nel Sulcis o a Termini Imerese, nelle periferie italiane, senza mai incontrare l'ombra di un politico che rappresenti l'agonia di un territorio. [...] I talk che sono stati la palestra in cui si formavano le leadership della Seconda Repubblica si trasformano nel principale veicolo dell'indignazione verso i politici, insieme alla Rete. Una piazza Tahrir virtuale che entra in tutte le case.
'I partiti sono tutti morti. Sono tutti zombie, sono il passato, sono polvere' dichiara Beppe Grillo il 20 aprile. Il suo Movimento 5 Stelle ha da poco superato il primo anno e mezzo di vita, è nato il giorno di S.Francesco [...] del 2009, nessuno lo prende sul serio, né i politici né la stampa. Eppure il comico mostra un'incredibile fiducia nei suoi mezzi, comincia a preparare la grande prova delle elezioni 2013. [...] I politici di professione si affrettano a chiamarla anti-politica, per demonizzarla.
E invece sarebbe più corretto chiamarla Politica della Crisi.
Il Movimento 5 Stelle è il primo Partito della Crisi in Italia e in Europa. Anticipa Syriza, il Partito di Alexis Tsipras, in Grecia e Podemos in Spagna.
Si nutre della scomparsa della politica, durata quarant'anni, con l'abdicazione dei Partiti nei confronti dei tecnici, la percezione che la democrazia sta diventando sempre di più un ostacolo, un incidente, qualcosa da imbrigliare o da educare perché non si sbagli.
Ogni stagione storica è il frutto di quella che l'ha preceduta, perché nella storia non esistono cesure e rotture. Quella che si incarna in Grillo e nel Movimento 5 Stelle, nel suo elettorato più giovane, è coerente con quanto hanno fatto altre generazioni nella storia.
I giovani fascisti di un secolo fa, tra il 1919 e il 1922, erano gli eredi della Prima Guerra Mondiale e delle delusioni risorgimentali, i ragazzi del Sessantotto e della contestazione erano nati e cresciuti negli anni della Repubblica anti-fascista e del boom economico.
E ora hanno costruito un invalicabile e opaco muro di gerontocrazia e di privilegio, da buttare giù.
Vincerà chi si è tenuto fuori dal Sistema, chi non condivide colpe con il passato, chi può dichiararsi innocente, immacolato, chi non ha partecipato agli utili della grande abbuffata. [...]"
(Fonte: L'Italia è scalabile, " La Repubblica del Selfie", M.Damilano, Rizzoli Editore)

Fonte immagine: lavocedelmartedi.it


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