Procediamo ad una breve analisi del romanzo A Ciascuno il suo di Leonardo Sciascia. Il romanzo è un giallo che narra il delitto di un farmacista avvenuto in un paese dell’entroterra siciliano, minacciato poco tempo prima dell’avvenuta morte da una lettera anonima. Il delitto sembra non avere una ragione , il farmacista è benvoluto da tutti ed è estraneo alla politica. Il professor Laurana, mosso quasi da una passione intellettuale, indaga sul mistero e sembra l’unico in grado di srotolare la matassa di silenzi e di intrighi che riguardano la vicenda.
“La lettera arrivò con la distribuzione del pomeriggio”.
Basta un solo rigo , l’attacco del romanzo, per fare alcune considerazioni: la lettera è accompagnata dall’articolo determinativo, ma non sapendo di cosa si tratta sarebbe stato più opportuno usare l’articolo indeterminativo. La scelta ricade invece sul determinativo perché è più forte, più espressivo: contribuisce a richiamare l’attenzione sulla lettera, che si propone subito come l’elemento chiave, come il protagonista solo apparentemente inanimato di questo primo capitolo. Inoltre, Sciascia pone immediatamente l’attenzione del lettore sulla lettera, rendendola protagonista. Subito ci si chiede quale sarà il suo contenuto, in tal modo l’autore avvia la narrazione in medias res ossia nel mezzo della vicenda. Questo protagonismo della lettera si accentua successivamente a causa del comportamento dei primi personaggi che compaiono nel romanzo: il postino e il farmacista.
“Il postino posò prima sul banco, come al solito, il fascio versi colore delle stampe pubblicitarie; poi con precauzione, quasi ci fosse il pericolo di vederla esplodere , la lettera..”
In questa prima parte è importante notare come viene introdotto nella vicenda questo personaggio secondario, perché tutti gli altri personaggi saranno introdotti dal narratore con le stesse modalità adottate per il primo: la fisionomia di ogni personaggio non viene dichiaratamente definita al momento del suo apparire, ma si manifesta a poco a poco attraverso rapide pennellate successive.
Come si evince da questo semplice esempio, Sciascia usa immediatamente due espedienti narrativi che si pongono sul piano di un effetto di attesa e spingono all’indagine anche il lettore come è tipico dei suoi principali romanzi gialli: Il giorno della Civetta (1961) A ciascuno il suo (1966), Il contesto (1971) Todo modo (1974).
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