Non ho mai avuto un buon rapporto con le tinture per capelli. Da ragazzina utilizzavo dei rimedi home made nella speranza utopica di ripristinare quel mitologico colore biondo cenere che avevo da piccola. Così d’estate al mare, mi spruzzavo in testa un infuso alla camomilla che compravo in erboristeria. Il risultato? Una specie di capigliatura color giallo paglierino che durante l’inverno scendeva verso il basso svelando la mia ricrescita (sempre più lunga) del mio “castano banale”. Meno male che al colore giallo paglierino non si accompagnava anche il tipico odore “sui generis” che compare sulle analisi delle urine sennò sarebbe stato un casino. Non vi racconto di quando invece ho tentato con la birra: nugoli di vespe che volavano in cerchio sulla mia testa neanche fossero avvoltoi!Una volta “adulta” mi sono affidata invece alle mani (che speravo) esperte di un vero parrucchiere. Non potendo però andare nel salone dove faccio anche il taglio (perché più di un mutuo alla volta non si può avere, e io già stavo pagando quello della casa) cercavo dei parrucchieri più a buon mercato. Ovviamente “poco pagare poco avere” come recita il poeta, e quindi ho sempre finito per litigare con i ”coloristi” di turno, fino ad arrivare a fare rimostranze scritte al responsabile del franchising del salone che in occasione del matrimonio di mia nipote mi trasformò in una specie di tigre.La settimana scorsa nel fare la solita spesa sono entrata in un negozio di casalinghi, quelli che qualunque cosa tu stia cercando, loro ce l’hanno. Beh tra le tante amenità che vendevano ne ho trovata una imperdibile, della serie “mai più senza!” C’era una serie di tinture per capelli da fare in casa, sotto forma di spuma spray. Fin qui niente di male. La cosa meravigliosa erano le nuances di colori disponibili. Il mogano, per chi adora i capelli rossi, il biondo, per chi pensa che “biondezza mezza bellezza”, il castano, per chi preferisce non fare pasticci e limitarsi a coprire i capelli bianchi. Ma la trovata geniale trovo che sia stata l’idea di commercializzare e vendere il color GRIGIO TOPO! Incredibile! Nemmeno grigio antracite, o grigio brizzolato, o al limite grigio chiaro! No proprio grigio topo, così, a evocare anche il ribrezzo che generalmente provoca (almeno nell’immaginario collettivo) questo roditore! Mi chiedo chi possa preferire il color grigio topo al proprio colore naturale.
E soprattutto si dovrebbe fare una ricerchina per capire le tendenze di acquisto: quale personaggio preferisce avere i capelli grigio topo piuttosto che del suo colore naturale! Immaginate che capigliatura potrebbe avere costui! Marrone merda, giallo urina, o color vomito! Minimo!
E’ come se qualcuno andasse dal chirurgo plastico per farsi mettere un po’ di rughe, o dall’estetista per aggiungere un pochino di cellulite alle proprie cosce! Allora ben venga la nostra laura che non nasconde il suo sale e pepe nature, ottenuto peraltro senza l’aiuto di prodotti chimici!
A me sembra pazzesco. Divertente, intendiamoci, ma pazzesco!
Magazine Pari Opportunità
Non ho mai avuto un buon rapporto con le tinture per capelli. Da ragazzina utilizzavo dei rimedi home made nella speranza utopica di ripristinare quel mitologico colore biondo cenere che avevo da piccola. Così d’estate al mare, mi spruzzavo in testa un infuso alla camomilla che compravo in erboristeria. Il risultato? Una specie di capigliatura color giallo paglierino che durante l’inverno scendeva verso il basso svelando la mia ricrescita (sempre più lunga) del mio “castano banale”. Meno male che al colore giallo paglierino non si accompagnava anche il tipico odore “sui generis” che compare sulle analisi delle urine sennò sarebbe stato un casino. Non vi racconto di quando invece ho tentato con la birra: nugoli di vespe che volavano in cerchio sulla mia testa neanche fossero avvoltoi!Una volta “adulta” mi sono affidata invece alle mani (che speravo) esperte di un vero parrucchiere. Non potendo però andare nel salone dove faccio anche il taglio (perché più di un mutuo alla volta non si può avere, e io già stavo pagando quello della casa) cercavo dei parrucchieri più a buon mercato. Ovviamente “poco pagare poco avere” come recita il poeta, e quindi ho sempre finito per litigare con i ”coloristi” di turno, fino ad arrivare a fare rimostranze scritte al responsabile del franchising del salone che in occasione del matrimonio di mia nipote mi trasformò in una specie di tigre.La settimana scorsa nel fare la solita spesa sono entrata in un negozio di casalinghi, quelli che qualunque cosa tu stia cercando, loro ce l’hanno. Beh tra le tante amenità che vendevano ne ho trovata una imperdibile, della serie “mai più senza!” C’era una serie di tinture per capelli da fare in casa, sotto forma di spuma spray. Fin qui niente di male. La cosa meravigliosa erano le nuances di colori disponibili. Il mogano, per chi adora i capelli rossi, il biondo, per chi pensa che “biondezza mezza bellezza”, il castano, per chi preferisce non fare pasticci e limitarsi a coprire i capelli bianchi. Ma la trovata geniale trovo che sia stata l’idea di commercializzare e vendere il color GRIGIO TOPO! Incredibile! Nemmeno grigio antracite, o grigio brizzolato, o al limite grigio chiaro! No proprio grigio topo, così, a evocare anche il ribrezzo che generalmente provoca (almeno nell’immaginario collettivo) questo roditore! Mi chiedo chi possa preferire il color grigio topo al proprio colore naturale.
E soprattutto si dovrebbe fare una ricerchina per capire le tendenze di acquisto: quale personaggio preferisce avere i capelli grigio topo piuttosto che del suo colore naturale! Immaginate che capigliatura potrebbe avere costui! Marrone merda, giallo urina, o color vomito! Minimo!
E’ come se qualcuno andasse dal chirurgo plastico per farsi mettere un po’ di rughe, o dall’estetista per aggiungere un pochino di cellulite alle proprie cosce! Allora ben venga la nostra laura che non nasconde il suo sale e pepe nature, ottenuto peraltro senza l’aiuto di prodotti chimici!
A me sembra pazzesco. Divertente, intendiamoci, ma pazzesco!
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