Ci sono termini sempre esistiti ma poco o per niente utilizzati che all’improvviso sentiamo e leggiamo continuamente, basti pensare al termine compound, quante volte l’abbiamo sentito in occasione dell’assalto contro Bin Laden?
Ultimamente è di moda il default, significa collasso, terremoto economico, viene usato quando uno Stato non è più in grado di far fronte ai bisogni della collettività, si è parlato del rischio default della Grecia e ora si parla del rischio default per l’Italia e l’Europa intera.
Un acuto opinionista ebbe a dire che non siamo in presenza di tale rischio, il default già è avvenuto, quello che non ci dicono è che esistono tante tipologie di default.
Se uno Stato taglia la spesa pubblica crea disagio alle persone, questo è un default, se non c’è lavoro e la politica non riesce a trovare soluzione siamo in presenza di un altro default, invece, ci concentriamo tutti sul default “principale” che si ha quando lo Stato non riesce più a pagare gli stipendi e ci scordiamo dei tanti default che ogni giorno subiamo.
E’ ovvio che questa è solo una delle tante opinioni che si possono avere nel campo della politica economica, c’è chi per esempio sostiene che ormai la vita delle persone è nelle mani ed è regolata dalla Bce, dai mercati e la politica resta a guardare.
Può essere un punto di vista più che legittimo, la sensazione però che vorrei evidenziare è che sembra non comandare nessuno, siamo una grande nave allo sbando, non si capisce chi sono i creditori, chi sono i debitori, non si capisce come gli Stati faranno fronte ai titoli obbligazionari che mettono sui mercati.
Non si capisce.
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