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‘A Sceneggiata (Paolo Ferrucci, Lucio Angelini, Giuseppe Iannozzi, Gaja Cenciarelli). Uno storico fotomontaggio oggi poetato da Iannozzi Giuseppe aka King Lear

Creato il 31 gennaio 2012 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

‘A Sceneggiata

di Iannozzi Giuseppe aka King Lear

'a sceneggiata - fotomontaggio: Erostratos

(Paolo Ferrucci, Lucio Angelini, Giuseppe Iannozzi, Gaja Cenciarelli)

Autore del fotomontaggio: Erostratos

Mostrami un segno dal Cielo
Portami via dall’Oblio
Ho candele accese in tutta la casa
e una stella inchiodata al cuore

Era ieri, soltanto ieri
che reggevo la tua mano nella mia
e dicevo, e dicevo, e dicevo vaghezze
come un uomo innamorato,
come uno che non ha fissa dimora
Era ieri, soltanto ieri
che la Sceneggiata andava avanti
e rimanevo io indietro sui tuoi passi
per meglio considerare l’orgoglio
del tuo sculettare di gran femmina

Mostrami dove lo Sbaglio
che ha tradito le nostre anime
in una confusione di bozzoli e pistole

Essa, mia Essa, quanto del nostro tempo
dovremmo ancor dare ai Quattro Venti
perché ognuno di essi,
senza alcun rispetto di noi,
possa cantare la sua distorta versione?

Non si satireggia più, non s’ama più
Non si satireggia più, non s’ama più
Non si satireggia più, non s’ama più

Il Satiro, il grande Amatore di Ninfe,
che spiava i nostri virginali sguardi
in lungo e largo suona pel bosco il suo flauto:
triste Eco gli risponde, note di jazz
e un silenzio, un silenzio lungo e immaturo

Non si satireggia più, non s’ama più
Non si satireggia più, non s’ama più
Non si satireggia più, non s’ama più

Essa, perché le domande attraggono altre domande?
Il Satiro non lo sa, sol china il capo mesto
E’ dunque vero che Eros è capriccio e non altro?

Non si satireggia più, non s’ama più
Per questo ti chiedo di mostrarmi
dove hai seppellito il cuore della Sceneggiata

Non si satireggia più, non s’ama più
E’ per questo che siamo stati insieme,
per questo e nulla più?

Non si satireggia più, non s’ama più
Non si satireggia più, non s’ama più
Non si satireggia più, non s’ama più

Il Prevosto le lamentazioni da me udite
dice che dovrei aver la Dote, così forse, chissà!
Il Prevosto non sa, non sa che qui
non si satireggia più e non s’ama più
Ma ogni cosa immagina con l’occhio suo lungo

Così forse, chissà! Ma non si satireggia più
Così forse, chissà! Ma non s’ama più
Così forse, chissà! Così forse, chissà!

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