L’inserimento alla scuola materna lo abbiamo fatto settimana scorsa! Inserimento per modo di dire… portata fino in classe salutata e recuperata alle tre e mezza… ma sembra essere andato sopra ogni aspettativa! La scuola le piace, la maestra è buona ed i compagni tanti e simpatici… non male come prima settimana!!!
Questa settimana invece è iniziato il MIO di inserimento… mio marito ed io abbiamo optato per la scuola americana, a mio avviso fantastica ma ahimè lontana e quindi per poter essere ancora entrambi presenti in ufficio, e non essere solo degli ologrammi che appaiono alle dieci e si dissolvono alle tre, la pupetta va col bus !!! ed allora via con mesi di preparazione, massima gioia di sapere che il suo “fidanzatino” è sul medesimo bus all’andata ed ecco arrivato il grande momento… siamo usciti di casa in netto anticipo (“forzaaaa non vorrete fare come il nardi, che da presto fece tardi …!??!?! “ ed ancora non ho capito chi sia questo nardi di cui la mia infanzia è stata impregnata…..), arriviamo alla fermata e piano piano arrivano altre mamme e papà con bimbi un po’ più grandi della nostra. In tutto sei pargoli in attesa! Ed eccolo arrivare.. si aprono le porte, faccio passare “i grandi”, uno di loro aiuta Ginevra a salire (i gradini sono fin grandi per lei !!) e la maestra sul bus si prodiga verso di lei con una cura che mi fa calmare e sorridere, si chiudono le porte e la pupetta si accomoda in seconda fila, parte. Guardo mio marito ed accenno un sorriso nervoso, ma vedo che anche lui, sempre così spavaldo, ha un po’ patito questo momento e poi ci siamo detti “forse siamo noi a doverci abituare… non lei !!! “.
E probabilmente è così, come in ogni grande momento che segna un passo in avanti nella crescita e nella presa d’indipendenza dei nostri bimbi che li porta un pochino più lontani da noi. Per noi non sono mai pronti (e lo saranno mai?!??!?!?) ma prima o poi lo dovremo scoprire… certo, nel nostro caso è stato un prima decisamente prima, ma poi penso ai miei genitori che mi hanno mandato in colonia a sette anni per tre settimane e poi ad imparare l’inglese in America da una famiglia in aereo da sola a tredici anni.. ma come avranno fatto non lo so, dove hanno trovato il coraggio non l’ho ancora capito… mi sembrava normale ma adesso come genitore mi sembra che abbiano fatto un gesto titanico e li apprezzo ancora di più ! Forte di questa esperienza e del dirmi “ma dai enrica, tutti i bimbi americani vanno con lo scuola bus e sono ancora vivi, ce la puoi fare!” eccomi ad accompagnarlo al suo primo giorno da sola a scuola!!!
Non so se avrò il coraggio di fare tutto, so se le mie scelte non saranno sempre quelle giuste (anzi…), temo il momento in cui tornerà a casa da sola da scuola e quando uscirà da sola la sera (a questo poi non ci voglio nemmeno pensare…), l’unica cosa che so è che mio marito ed io ci proviamo a fare quello che ci sembra più giusto per lei… e per noi !!!!
Enrica