La popolarità crescente che il fumetto ha acquistato negli ultimi anni è innegabile: critica, pubblico e giornalisti hanno cominciato a leggerne e soprattutto a parlarne. La gente trova ormai familiare il termine graphic novel, citato spesso in quotidiani e periodici di larga diffusione.
E anche l’università se ne è accorta: il 18 febbraio 2013 è partita la prima Winter School per le professioni del fumetto organizzata dall’Almed, l’Alta scuola in Media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica, in collaborazione con IULM.
Il corso, dedicato agli “Operatori editoriali per il fumetto e la graphic novel” e coordinato dallo storico e critico del fumetto Matteo Stefanelli, è durato una settimana, e ha richiamato una quindicina di partecipanti provenienti da tutta Italia: aspiranti editor, sceneggiatori e disegnatori, dalla Calabria a Venezia, passando per Roma e Milano.
L’obiettivo reale, dichiarato a inizio corso da Stefanelli, è quello di arrivare all’istituzione di un vero master, che comprenda anche stage presso le casa editrici e offra possibilità lavorative concrete per i partecipanti. Nell’attesa che il progetto divenga realizzabile, ai partecipanti alla Winter School è stato offerto uno spaccato del mercato editoriale del fumetto in Italia: dal lunedì al venerdì si sono alternati incontri con editori, autori, product manager e altri addetti ai lavori del mondo dell’editoria. Alcuni dei “professori”, come Gipi e Igort (presente nella doppia veste di autore e di editore), si sono lanciati in affascinanti esposizioni della propria idea di fumetto, proponendo elaborate riflessioni sul tema ai corsisti, o lanciando domande insidiose (“ma voi preferite un fumetto disegnato bene ma con una brutta storia, o uno con una bella storia ma disegnato male?”, Igort); altri si sono invece attenuti maggiormente al tema centrale del corso, proponendo argomenti tecnici e poco noti a chi ancora è estraneo al mondo editoriale.
Così Stefano Ambrosio, executive editor della Disney, ha illustrato nei particolari il concetto di “property crossmediale” e il complicato processo di ideazione e approvazione che ha luogo nell’industria multinazionale; Michele Foschini e Caterina Marietti, fondatori della Bao Publishing, hanno fornito equazioni e aneddoti sull’acquisizione dei diritti di opere estere; Roberto Recchioni si è dimostrato preparatissimo sul tema delle proprietà intellettuali in mano alle industrie culturali, dando consigli sulle tipologie di contratti e sui diritti d’autore; e Alfredo Castelli, autore e storico dei fumetti, ha fornito esempi a volontà sulla percezione dei fumettisti da parte dei media.
Molte e inevitabili sono state le riflessioni sul futuro del mercato del fumetto, che presenta contraddizioni ancora da sciogliere e scenari da svelare: se Mario Gomboli, direttore editoriale dell’Astorina, si è detto sicuro che il futuro sia nel digitale, Mauro Marcheselli e Michele Masiero della Bonelli hanno ribadito la scelta dei mezzi tradizionali da parte della propria casa editrice, che pure si impegna nella proposta di storie e serie inedite. Che il futuro sia una commistione di arti nella performance, come proposto da Davide Toffolo? O nell’eventistica e nel fumetto autoriale, proposti dai festival BilBOlBul e Komikazen?Dal confronto fra corsisti e relatori è emersa con forza l’impressione di un mercato in trasformazione, di un momento di passaggio in cui il successo presso un pubblico più vasto potrebbe essere a un passo o sfumare in un soffio.
Il corso, con gli ovvi limiti dovuti ai tempi ristretti, ha comunque permesso di soffermare per un attimo lo sguardo sul panorama del fumetto in Italia, chiarendo come ogni casa editrice e persino ogni attore del mercato persegua una propria idea del fumetto, cercando fra i vari campi mediatici vie nuove per portarlo al suo naturale pubblico, quello dei lettori.
Riferimenti:
Presentazione del corso: almed.unicatt.it/almed-il-fumetto-tra-presente-e-futuro-nuovi-scenari-nuove-professioni-presentazione
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