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A show that should have never been canceled

Creato il 29 ottobre 2014 da Nadia Strawberrie @river_inthesky

Avete presente quei giochini che si fanno su Tumblr per passare il tempo e per giustificare in qualche modo poco plausibile la caterva di post, gif ed immagini che pubblicate tutto il giorno?

Beh, ieri me ne sono trovata davanti uno per caso, un “30 days tv show challenge” per l’esattezza.

Ci ho riflettuto un po’ su (per quei 15 secondi in cui sono riuscita a mantenere la concentrazione prima di perdermi nuovamente su Tumblr) e poi come al solito il mio cervelletto perverso mi ha suggerito che magari sarebbe anche carino riproporlo in una versione rivisitata sul blog.

Naturalmente NON faremo un 30 days challenge.

Non avrei mai il tempo di correre ogni giorno ad aggiornare la “sfida”. E poi soprattutto alcuni di questi prompt sono così ovvi che vorrei evitare di stressarvi ancora una volta parlando di quanto io ami Doctor Who e via dicendo…

Di conseguenza, userò lo schema di base del challenge per “estrarre” alcuni degli input che mi sembrano più interessanti per parlarvi di serie tv (e di me stessa, che tanto lo sappiamo tutti che sono qui a scrivere perché sono più egomaniac di Steven Moffat).

Come avrete già capito dal titolo, il prompt di oggi è “A show that should have never been canceled“.

Cominciamo…

Simon: “You had the Alliance on you, criminals and savages… half the people on the ship have been shot or wounded, including yourself. And you’re harboring known fugitives.”

Mal: We’re still flying.

Simon: That’s not much.

Mal: It’s enough

FIREFLY.Firefly-Poster

La risposta più ovvia, la più sofferta, la più angst che poteva esserci.

Avete presente quando vi trovate davanti la serie “più perfetta” che avreste mai potuto immaginare? Quella che unisce tutto ciò che più amate al mondo e lo fa nel modo più straordinario possibile?

No, I don’t think so.

Sicuramente il 90% di voi non riusciranno ad immaginare questa strana sensazione di, come dire, appartenenza (?). È una cosa talmente rara ed astratta che persino io stessa a volte non riesco a capacitarmene.

Eppure è così. Firefly sarebbe stata, potenzialmente, la mia serie della vita.

Giusto per farvi un’idea: immaginate un mondo creato dalla penna di Joss Whedon, un mondo fatto di astronavi, cowboy nello spazio, mistero, religione, guerra, civiltà, atmosfere quasi steampunk, regole fatte per essere infrante e personaggi meravigliosamente idioti che tentano di infrangerle continuamente, nei modi più disparati… Immaginatevi un mondo in cui tutte queste cose s’intrecciano e s’incastrano perfettamente, senza mai prevalere l’una sull’altra, e lasciando pure lo spazio per quell’incredibile ironia e quel senso di leggerezza che contraddistingue il genio whedoniano.

Oltre il sci-fi, oltre il western, oltre il drama, oltre ogni limite della perfettibilità umanamente concepibile.

No, ecco… io sto già qui a rimirare il mio adorato cofanetto con la lacrimuccia pronta a scendere dall’occhio destro e il tagliacarte minacciosamente raccolto nella mano sinistra. Perché la cosa che fa rabbia, quella che da anni ormai mi fa urlare ed alzare i pugni virtuali contro la maledetta Fox, è che Firefly aveva ancora tantissimo da dire, tantissime tematiche da affrontare, un’enormità di spazio ancora da esplorare.

TAKE MY LOVE, TAKE MY LAND, TAKE ME WHERE I CANNOT STAND.

I DON’T CARE, I’M STILL FREE

YOU CAN’T TAKE THE SKY FROM ME…


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