Un piccolo poliambulatorio privato e figlio di una sanità politicizzata, formigonizzata, ciellinizzata, colmo di spirito vendicativo verso le precedenti amministrazioni di centrosinistra, un edificio contenente servizi sanitari sì utili, ma annunciati con un rilievo sulla stampa che non ha paragoni per alcun’altra struttura delle stesse dimensioni e dello stesso rilievo per il territorio. Il nuovo centro privato per malati non acuti, ad esempio, ha occupato infinite pagine di giornale più dell’Oglio Po di Casalmaggiore o più del Santo Spirito di Soncino, forse ha fatto più notizia dello stesso ospedale di Crema e certamente ha fatto parlare più dei servizi sanitari e sociosanitari di Pizzighettone (si vede che di Pizzighettone bisogna parlare su La Provincia solo se fa comodo).
Non se ne vede il motivo oggettivo, dato il rilievo e l’apprezzamento degli utenti per l’ospedale di Crema e anche per l’Oglio Po. Questo nuovo centro servizi sarà certo utile alla zona di Soresina, ma è evidentemente politicizzato fino alla nausea, sin dall’insediamento del sindaco Monfrini, voluto dalla Regione formigonica e dal centrodestra locale per far dispetto alle precedenti amministrazioni di centrosinistra e dimostrare che “noi l’ospedale l’hanno costruito, loro (i cattivi comunisti) l’hanno fatto chiudere”. La Regione lo finanzia direttamente, così impensabile quando Giuseppe Rocchetta era sindaco.
Un centro servizi che fa ammalare di rabies politica acuta, che illude i soresinese col nome “Robbiani”, quando del Robbiani non ha i reparti per malati acuti, quelli che si possono ricoverare solo negli ospedali, non a Soresina.
Poi l’iperattivo Luigi Ablondi, brillante e onnipresente direttore generale dell’ospedale di Cremona, che ha saputo movimentare parecchio i rapporti fra pubblico e privato nella zona Soresinese-Cremasca, e poi l’intervento dapprima in evidenza poi meno, del leader della Compagnia delle Opere Claudio Cogorno, hanno realizzato un piccolo prodigio. In pochi anni, ecco un centro servizi sanitari voluto da tutti: Comune, azienda ospedaliera, Regione, Asl, privato investitore, tutti quanti. La volontà di costruire un edifizio nuovo è stata generale, quella di salvare il vero ospedale Robbiani, è stata contrastata politicamente in ogni modo, con una serie di no della Regione, quando l’amministrazione comunale era guidata da Giuseppe Rocchetta, sindaco all’epoca tinto di foschi colori rossi e assai combattuto dall’opposizione di Forza Italia e An, quando in realtà ha mostrato ampia capacità di dialogo.
Operazione di cattivo gusto chiudere e vendere il Robbiani, chissà a chi e per quale scopo. Scrp procederà alla vendita, come le è stato chiesto dall’azienda ospedaliera di Crema: il vero Robbiani così verrà usato per finalità che non conosciamo. Collocato nel centro di Soresina e dotato di Pronto Soccorso, oltre che dei reparti tipici di un piccolo ospedale, curava i malati acuti e svolgeva un servizio per tutto il territorio.
Ridimensionato a poliambulatorio, falcidiato dai tagli alla sanità pubblica e volontà della Regione Lombardia Roberto Formigoni, appassionato di interventi privati a carico del bilancio pubblico, ora viene sostituito dal polo sanitario della vendetta politica.
Ci pensa il sindaco Giuseppe Monfrini, con il sostegno degli immancabili falchi della privatizzazione della sanità, gli allegri amici della Compagnia delle Opere, le imprese che tra loro si alleano tra loro (con un vincolo religioso che non ha nulla a che spartire con l’attività d’impresa) per garantire una finta sussidiarietà che si traduce in una lobby economicamente e politicamente particolarmente.
A Giuseppe Rocchetta, che ultimamente ha assunto toni super partes di cui Soresina in effetti ha bisogno, per sedare spiriti troppo bollenti di rivalità politica, forse non piacere essere ricordato in questo contesto. Di polemiche non si sente il bisogno, già ce ne sono troppe. Ma sarebbe anche strano dimenticare tutto ciò che è stato e mettersi a esultare come smemorati, con la testa piena di spumeggianti titoli di giornali corredati da ampio servizio fotografico.
Le ultime voci parlano di un’apertura il 27 agosto. La struttura avrà bisogno di rodaggio per funzionare a pieno regime, poi la speranza è che funzioni. Va distinto il servizio, che a Soresina serve, dalla strumentalizzazione politica che è stata sproporzionata ed è certissimamente riprovevole, dopo anni e anni di spoliazione del Robbiani pezzo per pezzo, per poi costruirne un non-ospedale, qualcosa che non può affatto sostituire il Robbiani, in poco tempo e in una posizione che non è gradita ai soresinesi. Un centro servizi sanitari in un’area industriale e commerciale? Succede a Soresina.
0.000000 0.000000
COMMENTI (1)
Inviato il 16 agosto a 11:16
chiaro, limpido, recoaro hai colto nel segno complimenti svendere ciò che è pubblico per ingrassare il privato....