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A-Team

Creato il 16 luglio 2010 da Terrasiniblog @TerrasiniBlog

“Adoro i piani ben riusciti”

A-TeamProdotto da Tony Scott e con il fratello Ridley produttore esecutivo, arriva l’ennesima trasposizione cinematografica di una serie televisiva di successo. E’ la volta di “A-Team”, il gruppo di ex militari ingiustamente congedati con disonore, pronti a difendere chiunque nel mondo abbia a subire ingiustizie. La presenza dei due fratelli registi di successo, entrambi nella top dei realizzatori dei maggiori guadagni al botteghino, è garanzia di qualità e lo dimostra il cast di levatura a partire dalla presenza delle star Liam Neeson (“Hannibal”) e Jessica Biel, gli ottimi comprimari Bradley Cooper (“Faceman”), Sharlto Copley (“Murdok”) e Quinton “Rampage” Jackson (“Barracus”) e l’affidamento della direzione ad un cavallo rampante come Joe Carnahan, che ha già nel suo carnet discreti successi come “Smokin’ Aces” e “Narc”. Il film, quindi, corrisponde alle mitigate attese che nutrivamo. L’azione è predominante filmata enfaticamente grazie ai mezzi tecnici messi a disposizione. Riprese aeree mozzafiato, grandi messinscene come la scena finale dei container che si muovono come fossero pezzi di costruzioni di un gioco per bambini, ricostruzioni accurate di eleganti ambienti: tutto al servizio di un buon prodotto confezionato con cura e con una sceneggiatura che pur prediligendo l’azione non disdegna di articolare i tratti dell’intrigo internazionale e del complotto in cui è onnipresente la longa manus della CIA. Joe Carnahan si destreggia bene nel dirigere uomini e mezzi girando il film avendo in mente alcuni precedenti (cita espressamente “La Grande Fuga”) e ammiccando ai film in cui il “piano”, l’elaborata azione partorita dalla mente del gruppo, diventa essenziale nella narrazione e di conseguenza della successiva esplicazione. Il montaggio alternato del “piano” e di come viene poi realizzato, è una delle cose migliori dell’opera. Sullo sfondo, comunque, di tanta azione e movimento, condita qua e là da qualche momento di ironia, aleggia un vago discorso sull’ingiustizia e sull’onore, ma sono solo accenni tanto per nobilitare un poco un film che si lascia vedere se non si nutrono eccessive pretese.


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