Il tuo pezzo prediletto che conservi nell'armadio: una scelta "affettiva" o una questione di stile? «Non ho pezzi prediletti nell'armadio. Adoro avere quello che mi piace. Sono un vero bulimico: compro quello che mi interessa, ma mi piace anche dimenticare e distruggere. Tutto è importante ma nulla lo è davvero». Pensi sia vero che la moda uomo non esista ma che si tratti piuttosto di sile e personalità? «Lo stile non è ciò che indossi ma come ti muovi, cosa pensi, come guardi. L'uomo per me deve essere eroico, virile, impavido. Amo gli uomini che osano col proprio cervello. E questo vale sia per un fruttivendolo che per un intellettuale. Oggi le donne sono molto più avanti degli uomini. Per me lo stile è la fierezza. La fierezza è la parola chiave di tutto: è personalità... E la personalità non ha nulla a che fare con la tendenza. Quello che invece amo è la mise en scène della sartoria maschile. Ma come si faceva a Napoli quando una giacca su misura era un'affermazione psicologica e sociale». Tendenza ed eleganza possono convivere? O credi che seguire alla lettera la moda di stagione denunci soltanto una certa "insicurezza"? «Non guardo le tendenze. Non mi interessano e non le capisco. Io mi vesto con ciò che mi piace. Amo i basici: la polo, l'abito maschile realizzato su misura dal sarto, la camicia bianca. L'eleganza trascende la tendenza. Odio la tendenza». Rinnovi spesso il tuo guardaroba o preferisci "riadattarlo/riadottarlo" a seconda delle evoluzioni delle tendenze? Considerando il fatto che per me la tendenza non esiste, penso che tutto debba esaltare la bellezza e la fisicità. Per quanto mi riguarda il mio vero vezzo sono i gioielli: l'oreficeria siciliana del '700, le croci, le "follie" di Castellani di fine '800 ispirate all'oreficeria greco-romana. Le monete antiche come portafortuna. Ho comprato da Lorenzi a Milano una moneta d'oro d'ispirazione ellenica con un coltello a serramanico montato internamente. Una gioia per gli occhi. E l'oro deve essere assolutamente giallo. Fisicità, potere, fierezza. Oggi è più facile trovarle nella cultura medio orientale che in quella occidentale. Ma per me l'estetica maschile ha a che fare con l'esperienza e con la forza di volontà». Hai una sorta di divisa quotidiana? «Non ho una divisa quotidiana, ma amo le cinture. Mi piace la giacca: dona subito autorevolezza. Quelle di Dolce & Gabbana o di Tom Ford, e, sopra ogni cosa, le giacche realizzate da un sarto siciliano straordinario del quale non svelo il nome». Qualcosa dal tuo guardaroba di cui non ti disferesti mai? «Non sono così legato al mio guardaroba ma conservo come "cimelio" una t-shirt nera che indossai al compleanno di Michael Jackson quando vestii Whitney Houston: uno dei miei primi lavori in America». Che consigli dai a un giovane che vorrebbe fare il tuo lavoro? «Consiglio di osare e perseverare. Sempre. Nulla è semplice, nulla è regalato. Questo è un percorso fatto di sacrifici e disciplina. Non arrendersi mai, insistere, viaggiare, disegnare, sognare». Di' quello che vuoi: un pensiero libero, una riflessione "scomoda", ciò che credi insomma... «Non ho pensieri scomodi. Amo la mia vita, adoro la gente, faccio quello che voglio, amo Milano, la città in cui vivo».
'A tu per tu' con Fausto Puglisi by Mattia Maulini
Creato il 20 luglio 2012 da Dg_victims @DG_VICTIMSIl tuo pezzo prediletto che conservi nell'armadio: una scelta "affettiva" o una questione di stile? «Non ho pezzi prediletti nell'armadio. Adoro avere quello che mi piace. Sono un vero bulimico: compro quello che mi interessa, ma mi piace anche dimenticare e distruggere. Tutto è importante ma nulla lo è davvero». Pensi sia vero che la moda uomo non esista ma che si tratti piuttosto di sile e personalità? «Lo stile non è ciò che indossi ma come ti muovi, cosa pensi, come guardi. L'uomo per me deve essere eroico, virile, impavido. Amo gli uomini che osano col proprio cervello. E questo vale sia per un fruttivendolo che per un intellettuale. Oggi le donne sono molto più avanti degli uomini. Per me lo stile è la fierezza. La fierezza è la parola chiave di tutto: è personalità... E la personalità non ha nulla a che fare con la tendenza. Quello che invece amo è la mise en scène della sartoria maschile. Ma come si faceva a Napoli quando una giacca su misura era un'affermazione psicologica e sociale». Tendenza ed eleganza possono convivere? O credi che seguire alla lettera la moda di stagione denunci soltanto una certa "insicurezza"? «Non guardo le tendenze. Non mi interessano e non le capisco. Io mi vesto con ciò che mi piace. Amo i basici: la polo, l'abito maschile realizzato su misura dal sarto, la camicia bianca. L'eleganza trascende la tendenza. Odio la tendenza». Rinnovi spesso il tuo guardaroba o preferisci "riadattarlo/riadottarlo" a seconda delle evoluzioni delle tendenze? Considerando il fatto che per me la tendenza non esiste, penso che tutto debba esaltare la bellezza e la fisicità. Per quanto mi riguarda il mio vero vezzo sono i gioielli: l'oreficeria siciliana del '700, le croci, le "follie" di Castellani di fine '800 ispirate all'oreficeria greco-romana. Le monete antiche come portafortuna. Ho comprato da Lorenzi a Milano una moneta d'oro d'ispirazione ellenica con un coltello a serramanico montato internamente. Una gioia per gli occhi. E l'oro deve essere assolutamente giallo. Fisicità, potere, fierezza. Oggi è più facile trovarle nella cultura medio orientale che in quella occidentale. Ma per me l'estetica maschile ha a che fare con l'esperienza e con la forza di volontà». Hai una sorta di divisa quotidiana? «Non ho una divisa quotidiana, ma amo le cinture. Mi piace la giacca: dona subito autorevolezza. Quelle di Dolce & Gabbana o di Tom Ford, e, sopra ogni cosa, le giacche realizzate da un sarto siciliano straordinario del quale non svelo il nome». Qualcosa dal tuo guardaroba di cui non ti disferesti mai? «Non sono così legato al mio guardaroba ma conservo come "cimelio" una t-shirt nera che indossai al compleanno di Michael Jackson quando vestii Whitney Houston: uno dei miei primi lavori in America». Che consigli dai a un giovane che vorrebbe fare il tuo lavoro? «Consiglio di osare e perseverare. Sempre. Nulla è semplice, nulla è regalato. Questo è un percorso fatto di sacrifici e disciplina. Non arrendersi mai, insistere, viaggiare, disegnare, sognare». Di' quello che vuoi: un pensiero libero, una riflessione "scomoda", ciò che credi insomma... «Non ho pensieri scomodi. Amo la mia vita, adoro la gente, faccio quello che voglio, amo Milano, la città in cui vivo».
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