D.:Claudio, a che età ti è venuta la passione per le due ruote? Ti ricordi un episodio particolare legato alla scoperta di questo oggetto di locomozione particolare? R.: La mia passione per la moto nasce assai presto legata a quella più in generale dei motori. La prima scintilla, termine più appropriato non trovo, scocca all'età di dieci - undici anni quando mio padre mi portò per la prima volta alla mitica Pista Rossa all' Idroscalo di Milano per provare il primo go- kart . A tredici anni cominciai a "rompere le scatole" per il primo motorino che papà mi regalo a luglio del 1967 per il mio onomastico all' età di 14 anni. E non era un motorino ma una vera moto leggera. A 19 anni poi comprai la mia Moto Guzzi Superalce (ex Esercito) che ho ancora oggi . Ma questa è un' altra storia!
Il Superalce!
D.: Quando sei al manubrio di una moto quali sono le sensazioni che provi? R.: Quando guidi una moto la cosa più bella è il senso di ..... assoluta libertà . Il vento sulla faccia (oggi meno per via del casco), il rumore del motore nelle orecchie e tu che sei padrone di te stesso e fai vibrare il tuo motore con l'acceleratore all'unisono coi battiti sempre più forti del tuo cuore. Credo sia molto simile all'ebbrezza che avevano i primi piloti di aereo "rapiti" dallo status di simbiosi con il proprio mezzo che ti rende un tutt'uno con lui.D.: Motocicletta 10 HP cantava Lucio Battisti in una sua famosa canzone. Quali sono le tue moto preferite? R.: Le mie moto preferite sono ovviamente .... le mie. Tutte moto d'epoca. Del Superalce ho già detto. Lo comprai per 120.000 lire nel 1972 da un Concessionario Guzzi (le ritiravano alle aste dell' Esercito che alienava i mezzi obsoleti). E' una moto del 1947 addirittura più vecchia di me (sono del 1953) ed è stata .... il grande amore della mia vita. Lei c'è sempre, di "compagne" di sesso femminile invece sono ..... al terzo tentativo! Mah forse la differenza è che la moto se non funziona la smonti, vedi quello che non funziona e la ripari. Con le donne purtroppo ...... non si può fare lo stesso! Quindi .....meglio cambiarle!
D.: Qualcuno ha detto: "Non è vero che non si vive senza una moto, è vero invece che senza una moto non si può dire di aver vissuto" . Quando parli di moto, i tuoi occhi si illuminano di una luce particolare, quella della passione. Che cosa ha significato nella tua vita il rapporto con le tue moto? R.: Comprai il Superalce perché non potevo permettermi le Honda e le Kawasaki che andavano per la maggiore nei primi anni 70 e che i miei amici possedevano ma quando nel 2004 restaurai completamente la Guzzi mi dissi : ma adesso posso comprarmi la Kawasaki ! Naturalmente non quelle di oggi ma il mito dei primi anni settanta : la Mach III ovvero un tre cilindri 500 cc due tempi (proprio come i motorini) con 60 cavalli da 200 km/ora battezzata ai tempi la "bara volante" perché impenna ancor oggi in terza e (nei primi modelli) con freni ed un telaio "ridicolo" rispetto ad un motore che all' epoca aveva più cavalli delle moto inglesi usate dai piloti da corsa "privati". La mia è del 1974 ed è la prima con il colore verde che ancora oggi è il classico verde Kawasaki e con un freno a disco anteriore più che onesto ( forse per questo è arrivata fino ad oggi senza stamparsi su di un platano). Quando acceleri ed entra in coppia ti dà ancor oggi sensazioni uniche che le moto moderne neanche si sognano! Ho fatto in estate il giro della Corsica e ovunque mi fermavo c'era qualcuno, francese, inglese, tedesco, perfino australiani che mi chiedevano di fotografare la mia "fattrice di vedove" altro nome poco carino con cui gli americani avevano soprannominato la Kawasaki 500.
Del tutto diversa la terza mia bene amata : si tratta di una Vespa 125 ETS del 1985 un modello poco conosciuto, versione sportiva della serie PK, poco apprezzata a suo tempo ma rivalutata ora perché prodotta in soli 6.000 esemplari che per una Vespa vuol dire ....niente! Anche questa è una bestiolina molto nervosa che arriva quasi a cento all'ora che sulle ruotine della Vespa .....è un bell'andare. L'ho avuta in regalo da mia cognata che la usava per scendere a Sori dal paesino sui monti circostanti della Liguria dove aveva un appartamento. Lasciato l'appartamento la Vespa non le serviva più . L'ultima delle mie bimbe è ancora una Kawasaki, una z650 dell' 82 quattro cilindri, sorella minore di quella 900 che aveva mandato in pensione i Kawasaki a due tempi "uccisi" dalle leggi anti inquinamento statunitensi e sostituite dai multi cilindrici a quattro tempi. E' stato il mio regalo per i miei 60 e la uso, oltre che per venire in ufficio nei mesi in cui un "vecchietto" come me può permetterselo, per fare dei giri turistici con la mia attuale compagna (che però preferisce il Superalce) e gli amici del Moto Club di Carate Brianza con cui ogni anno faccio anche un giro con sei o sette Superalce da 800 / 1.000 km con annesso articolo su Motociclismo d' Epoca. La 650 e' comoda con un bauletto esagerato ma non ha niente a che vedere con la 500 sua sorella, però è assolutamente la migliore per i lunghi spostamenti.
D.: Che cosa significa per te oggi la moto? R.: Rispondere che cosa rappresenti la moto per me lo puoi capire leggendo quanto ho scritto qui sopra. È un rapporto continuo che si realizza non solo quando puoi utilizzare le tue moto ma anche come ora il tempo non permette di andare tranquillamente in giro senza rischiare che ti si ghiaccino le dita ed il naso per il freddo. Ed infatti la manutenzione dei mezzi dove la mettiamo? È un qualcosa di assolutamente "maniacale" forse proprio perché si tratta di "signore" di una certa età che richiedono mille attenzioni ma sulle quali ormai ci metti le mani sopra ad occhi chiusi al contrario delle moto moderne prigioniere della loro esasperata elettronica. Qui no, cacciavite e chiavi inglesi vanno a nozze con motori che hanno ancora degli stupendi carburatori! E cosa c'è di più "caldo" di un box con la stufetta elettrica che gira a manetta! E tu lì .... Con le tue moto!
Grazie Claudio.