A un padre

Mi fai pena, sai, perché hai qualcosa di speciale e non lo stai vivendo.
Perché hai un figlio straordinario, come tutti i bimbi lo sono, e tu non lo vuoi sapere.
Vivi in questa casa come fosse un albergo, arrivi dal lavoro di notte, ti metti sul pc, dormi finché vuoi, torni a lavorare, e vedi tuo figlio forse 5 minuti al giorno, minuti durante i quali lo saluti, a volte gli dai un bacetto, ma non ci giochi, né lo fai ridere, né lo osservi. Ti svegli quando vuoi, dopo 7 o addirittura10 ore di sonno ininterrotto, e mai mi aiuti, mai lo tieni con te, anche solo per 5 minuti. E se te lo chiedo sí, lo tieni, come fosse un piacere verso di me, approfittatrice, non un piacere da condividere con tuo figlio.
Certo, secondo te é colpa mia, son io che ho rotto il sogno perché non ti amo da tempo, e ti assicuro che il tuo comportamento in quest'anno con il bimbo non ha aiutato a rinforzare quel vecchio amore sfinito che c'era tra noi, e siccome lo porteró con me tu mi hai detto che non vale la pena attaccarsi a lui.
Ma prima non é che tu fossi quel gran padre che dici di esser stato, che per portarlo fuori a passeggio un'ora al giorno, dove comunque andavi a trovar i tuoi amici, non é che ti sia sacrificato molto. Giá che il bagnetto non glielo volevi fare, e per quelle 3 volte che ti é toccato l'hai messo nella vasca da bagno, preparata da me, e l'hai tirato fuori praticamente dopo 2 minuti perché era troppo lavoro stargli dietro. Addormentarlo poco anche quello, non hai pazienza, e allora toccava a me farlo, giá che tuo figlio é uno di quei bimbi impossibili da addormentare, uno di quelli che ha dato tanti problemi con il sonno, e m'hai pure detto, mesi fa, che tu pensavi e credevi che i bimbi solo dormissero e mangiarre. Svegliarsi la notte mai fatto, non ce la facevi porello, ma ben che potevi, e puoi, lavorare anche fino alle 5 di mattina senza lamentarti! Dargli da mangiare, che va, se neanche il biberon con te non lo beveva, parole tue....Per non dire di tenerlo in braccio, perché porino, sudi, tu, non lui, e allora era impossibile da fare.
Giocare non sai giocare con lui, neanche ci hai provato.
Non sai che mangia, né gli orari in cui ha fame.
Non sai come s'addormentarlo.
Non sai cosa lo rende felice.
Ti stai perdendo tutte le cose belle che lui fa ogni giorno, perché tanto anche se te le racconto non ci fai caso, e non mostri neanche un pó d'entusiasmo. Cosí che ho smesso di raccontartele, tanto, a che serve.
Se si ammala dici che ti preoccupi, ma tanto vai al lavoro lo stesso, son io che lo porto al pronto soccorso, non tu.
Sai, penso a quelle persone che non possono aver figli, o che li hanno persi, e sinceramente, scusami, magari son un pó crudele, ma tu sei un insulto per loro!
E siccome non ti diró mai queste cose in faccia, o meglio, ci ho provato con le dovute parole e maniere, ma tu non mi vuoi ascoltare, tu scappi, tu te ne vai perché non sai essere un uomo (nel senso di maturo), allora le scrivo qui, perché non voglio insultarti, solo aprire quegli occhi che un giorno mi hanno fatto innamorare ma che ora trovo vuoti, e m'intristiscono, perché tu non sai amare.
E mi fai pena, perché sei tu che rimarrai solo, non io.
Solo una cosa mi preoccupa, sai, e non sei tu, ma questo mio figliolo che sicuramente mi chiederá di te, ed io non potró raccontargli niente di tutto questo. Dovró mentire, per te, che non lo meriti, e sappi che é un gran sacrificio.
E non potró mai dirgli che giá non ti amavo, che volevo andarmene, ma che é arrivato lui, ed io ho voluto darti un'altra possibilitá perché sempre dicevi, da quando ti ho conosciuto, che volevi un figlio. Ecco, era meglio se me lo crescevo da sola fin dall'inizio!
Comunque un giorno te ne pentirai, ed io spero per te che non sia troppo tardi. Perché i bimbi, sai, son buoni, non sanno ancora odiare, non sanno portar rencore, dimenticano magari in fretta. Ma quando crescono puoi raccontargli tante bugie, ma non ci credono per niente.