Era luglio, era il 1992, il sangue, il tritolo, le stragi, distruggevano la Sicilia.
Rita Atria, giovanissima donna di Sicilia, non regge il duro impatto con le stragi. Chi non si ricorda di Rita?
Rita Atria, 20 anni fa, in un caldo pomeriggio di fine luglio si uccide, è lei, è il suo diario, è la sua vita che hanno “La Siciliana Ribelle”.
Rita Atria, nasce a Partanna nel 1974 e muore suicida un pomeriggio del 26 luglio 1992 a Roma.
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La vita di Rita è scandita dalla guerra di mafia che negli anni 80 insanguina la Sicilia, siamo infatti nel pieno di quella che investigatori e studiosi del fenomeno chiamano la seconda guerra di mafia, per questo motivo a soli unici perde il padre Vito, noto mafioso della famiglia Partanna, Rita, giovanissima si lega affettivamente a Nicola Atria, suo fratello maggiore e a Piera Aiello.
Nicola è un mafioso ma si fida della piccola Rita, lei sa tutto, sa ogni movimento criminale di Partanna e non solo, ma, nel 1991 Nicola viene ucciso per mano mafiosa. Rita si trova in un baratro, Piera Aiello decide di collaborare con la giustizia, e Rita a soli 17 anni decide si seguire la cognata Piera entrambe fondamentalmente cercano giustizia per quegli omicidi. Il primo a raccogliere le dichiarazioni di Rita sarà Paolo Borsellino, da cui partono indagini importanti tra cui quelle verso Vincenzino Culicchia, per trent’anni sindaco di Partanna.
Rita si fida dei magistrati del pool dell’antimafia, e male accoglie il colpo dell’attentatuni, ancora peggio accoglierà quello della strage di via d’Amelio infatti nella località segreta dove Rita era protetta, a Roma, si uccide, lanciandosi dal 7mo piano.
Per Rita, Paolo Borsellino è una figura di riferimento ed anche Giovanni Falcone non è da meno.
Rita apprezza così tanto l’operato del pool che nel suo tema di maturità in merito alla strage di Capaci scriveva: “L’unica speranza è non arrendersi mai. Finché giudici come Falcone, Paolo Borsellino e tanti come loro vivranno, non bisogna arrendersi mai, e la giustizia e la verità vivrà contro tutto e tutti. L’unico sistema per eliminare tale piaga è rendere coscienti i ragazzi che vivono tra la mafia che al di fuori c’è un altro mondo fatto di cose semplici, ma belle, di purezza, un mondo dove sei trattato per ciò che sei, non perché sei figlio di questa o di quella persona, o perché hai pagato un pizzo per farti fare quel favore. Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo.”
Rita Atria, la siciliana ribelle è definita una eroina, anche perchè Rita scegliendo la Giustizia rinuncia a tutti, anche alla madre che, ricordiamo non solo la ha ripudiata ma ne ha distrutto la tomba.
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