Il sindaco della città di Verona, Flavio Tosi, con una nuova ordinanza ha proibito la distribuzione di vivande e bevande nella zona del Centro Storico, a partire dal 22 Aprile 2014 fino al 31 Ottobre 2014: i trasgressori saranno puniti con un’ammenda che può oscillare tra i 25 e i 500 Euro.
Una disposizione che penalizza, oltre la povera gente che non ha nemmeno un letto dove dormire, le varie associazioni che offrono la propria assistenza ai clochard, in special modo la Ronda della Carità. È stato proprio Tosi a confermare che intendeva colpire i senzatetto:
“Come rilevato dalle relazioni della Polizia municipale e da numerose segnalazioni, anche fotografiche, dei residenti queste aree sono divenute negli ultimi mesi ritrovo e zona di bivacco permanente di numerose persone senza fissa dimora, alcune note alle forze dell’ordine e già colpite da provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale. Nella zona è quindi aumentato in modo preoccupante il degrado urbano, con veri e propri accampamenti formati da materassi, resti di cibo, sporcizia ed un crescente pericolo igienico-sanitario dovuto ai bisogni fisiologici di coloro che bivaccano nelle ore serali e notturne. Alcune di queste zone sono sottoposte a vincolo monumentale e paesaggistico, senza contare che la permanenza serale e notturna, in media di oltre venti persone, crea particolare allarme sociale nella popolazione residente…Questa amministrazione ritiene fondamentale l’assistenza verso i più bisognosi, ma in un contesto di equilibrio con la civile convivenza, con il rispetto dei residenti e delle norme igienico-sanitarie. Per questo il Comune ha predisposto da tempo idonei locali per garantire una dignitosa somministrazione dei pasti e collabora attivamente con il privato sociale, laico e religioso, impegnato nel sostegno dei soggetti bisognosi”.
Dice il giusto Tosi quando afferma l’importanza del decoro e dell’igiene urbani, della salvaguardia del patrimonio artistico della sua città, della salvaguardia di chi di turismo vive, ma forse invece di multare sarebbe più opportuno dare davvero accoglienza ai bisognosi. Se, come afferma il sindaco, il Comune da tempo ha messo a disposizione alcuni locali, perché i senzatetto non ci vanno? Perché è ancora indispensabile l’aiuto dei privati? Perché, soprattutto, fare sùbito riferimento a quelli che vengono con una brutta terminologia definiti “clandestini”?
Forse sono solo scuse per giustificare l’ennesima manifestazione di intolleranza, da parte di una certa politica, ma la nostra è solo un’ipotesi.