Divertita. Piegata in due dal ridere. Stupita. Affascinata. Turbata. Scossa. Commossa. Incredula. Incazzata nera. E' sempre incredibile rendersi conto quante emozioni diverse possono provocare in me i libri. E ancor più incredibile è accorgersi che tutte queste emozioni, questa volta, derivano da un libro solo. Eppure si provano esattamente tutte queste cose quando si legge "A volte ritorno". Man mano che si va avanti con la lettura, queste emozioni si mescolano, a volte ti sopraffanno, ti schiacciano, ti tolgono il fiato (un po' perché stai ridendo, un po' perché perché invece stai quasi piangendo) e, soprattutto, ti conquistano e non ti lasciano più andare.
Della trama non ho intenzione di dirvi nulla, perché qualunque cosa io vi svelassi oltre quanto viene detto dalla quarta di copertina sarebbe togliervi la sorpresa e il gusto di scoprire da soli che cosa potrebbe succedere a Gesù se tornasse sulla Terra ai giorni d'oggi, quali apostoli si sceglierebbe, in che modo diffonderà il suo verbo, chi sarebbe la Maddalena questa volta, contro chi si scontrerà, chi lo tradirà... perché pare proprio che noi uomini non siamo capaci di imparare dalla storia e dai nostri errori.
Posso dirvi che probabilmente se siete ferventi cattolici, molto credenti e magari un po' bigotti, questo romanzo vi metterà in difficoltà: lo odierete, forse, lo condannerete, ma sotto sotto spero che un po' vi farà anche pensare. Così come ha fatto pensare me, che credo in un Dio molto simile a quello che viene descritto nel romanzo (e quindi molto lontano a quello che ci viene in qualche modo imposto dalla Chiesa), che non prego, che ho una stima bassissima verso i membri della chiesa cattolica per quello che l'hanno fatta diventare e che sono per l'amore e la bontà in ogni sua forma e dimensione. Perché poi arrivi alla fine del romanzo e ti rendi conto che forse (anzi, sicuramente) nemmeno tu stai facendo abbastanza.
Riuscire a dire tutte queste cose con lo stile e il tono ironico usato da Niven non è sicuramente una cosa semplice. Eppure l'autore è riuscito a gestire tutta la trama in modo magistrale, senza mai lasciarsi prendere la mano, senza mai cadere nella banalità (va bene, forse qualche battuta era un po' scontata, ma a me ha fatto ridere lo stesso), creando un contesto e un'ambientazione perfetta e, a mio avviso, indimenticabile, per fare una critica della nostra società in un modo chiaro, diretto e comprensibile a tutti.
Solo una piccola avvertenza, magari non necessaria ma che comunque ci tengo a fare, per chi ha letto "Il vangelo secondo Biff" di Christopher Moore: mi sono avvicinata a questo romanzo con un po' di paura di trovare una copia dell'opera di Moore, sebbene già la trama lasciava chiaramente intendere che fosse qualcosa di diverso. E qualche similitudine effettivamente potrebbe anche esserci. Ma sono due romanzi molto diversi e quindi probabilmente se lo leggete in cerca di un nuovo "Biff" un po' delusi rimarrete. Quindi non fatelo, cancellate dalla vostra mente il libro di Moore per un momento e lasciatevi conquistare da questo, perché ne vale davvero la pena.
E mi raccomando: "FATE I BRAVI!"
Letteratura. Quella sí era roba buona. Bello che l'avessero inventata.
Nota alla traduzione: direi ben fatta!
Titolo: A volte ritorno
Autore: John Niven
Traduttore: Marco Rossari
Pagine: 381
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Einaudi
ISBN: 978-8806209223
Prezzo di copertina: 19,00 €
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