Che differenza c’è tra l’integralismo islamico e quello cattolico?
A ben guardare, facendo considerazioni serie, nessuno.
Nel momento in cui una fede acceca il giudizio e nega libertà fondamentali le differenze si annullano.
Qualche sera fa stavo guardando una trasmissione con Don Gallo, la Binetti, Gasparri ed altri; stavano parlando del testamento biologico e delle libertà di scelta.
Posizioni estremiste erano espresse da nostra signora del Ciclicio e Gasparri, mentre era proprio don Gallo a sostenere posizioni laiche e libertarie.
Le asserzioni della Binetti arrivavano a negare anche il suicidio e Gasparri che va sempre dove lo porta la convizione del momento le sosteneva con ardore battagliero.
L’ipocrisia della Binetti arrivava al punto di sostenere che con la legge sul testamento ognuno era libero di fare ciò che riteneva giusto nei limiti della legge e della religione, che in quel testo sono coincidenti, affermando che la nutrizione assistita non era accanimento terapeutico, bensì una sana ed equilibrata alimentazione non imposta, ma dovuta come carità cristiana e che, perfino il diritto al suicidio andava negato per legge.
Ognuno si regola anche secondo i dogmi e le indicazioni della propria fede, ma non può imporre la propria fede ed il conseguente modo di vivere a tutti, che abbiano altre religioni o che siano atei.
Si potrebbe, passasse una legge come quella appoggiata dalla Binetti, denunciarla per omicidio.
Prendiamo il caso di un malato di cancro in fase non terminale che nel caso vi arrivasse non vuole accanimenti terapeutici, non vuole una nutrizione medicalmente assistita, che non vuole che la sua vita dipenda da macchinari, tubicini ed altro.
Vorrebbe, se del caso e quando, morire dignitosamente, magari accanto alla famiglia e agli affetti di una vita o dell’ultimo momento, senza provare estremo dolore, ma sa anche che qualunque cosa lasci detto o scriva non gli sarà data soddisfazione; dovrà morire come prescrive la legge e la religione del suo paese.
Poniamo che da questa meccanizzazione della vita e della morte sia, profondamente, disgustato e angosciato non gli resterebbe altro che suicidarsi, magari in anticipo rispetto al decorso della malattia perchè non sa quando il momento della medicalizzazione della sua vita potrebbe arrivare.
Dovrebbe, pertanto, accorciare il suo tempo di vita e far subire ai suoi cari il peso di una morte precoce e non voluta in quel preciso momento perchè una Binetti, un Gasparri gli impediscono di decidere altrimenti.
Conosco già l’obiezione che questi signori metterebbero sul tavolo: quella persona non è psicologicamente equilibrata, serena e in pieno possesso delle sue facoltà mentali (ed è quello che hanno detto di Mario Monicelli),si sente abbandonata dalla famiglia; ed invece, cari signori, è proprio il contrario; la persona che dovesse scegliere questa via è di una lucidità estrema, ha un fortissimo equilibrio psichico e proprio in virtù di questi fa una scelta di libertà consapevole, ma voi, cari Binetti, Gasparri et similia sareste degli assassini, degli omicidi consapevoli.
Assassini non solo di libertà, ma proprio di vite umane; quelle vite umane che volete proteggere e tutelare ma solo alle vostre condizioni, in nome e per nome delle sole vostre convinzioni.
Perchè quello di cui avete terrore è proprio questo: che ognuno di noi abbia la libertà di vivere secondo coscienza con la capacità di decidere cosa fare della propria esistenza senza recar danno agli altri.
Quello che volete tutelare è soltanto la vita a vostra immagine e somiglianza, volete tutelare soltanto la vostra paura di un mondo diverso dal vostro, proteggervi dall’angoscia di non essere convincenti che per imposizioni, per legge e per fede.