Mentre la NASA lanciava una nuova applicazione sviluppata per facilitare la partecipazione ai programmi di osservazione dei cacciatori di asteroidi amatoriali, il cielo della Svizzera, dell’Austria e del nord Italia veniva illuminato da quello che potrebbe proprio essere un asteroide, o meglio la scia dei suoi frammenti in fiamme a contatto con l’atmosfera terrestre.
L’evento per fortuna non ha avuto conseguenze per le persone come avvenne a Chelyabinsk, in Siberia, nel febbraio del 2013, quando i frammenti di un meteorite (o quelli residui dello scontro tra due meteoriti) provocarono una grande onda d’urto e caddero provocando oltre 1000 feriti e, soprattutto, ricordarono a tutti noi che il nostro pianeta è esposto al rischio d’impatto con asteroidi e comete.
Il protagonista dell’avvistamento che ieri sera verso le 20.45 è stato possibile osservare nei cieli del sud della Germania, del Tirolo in Austria e in quasi tutta la Svizzera, si sarebbe poi schiantato a pochi chilometri da Zurigo dopo aver illuminato a giorno la volta celeste per 5-6 secondi prima di toccare terra. Potrebbe essersi trattato di un meteorite, che nonostante gli sforzi congiunti della NASA e dei tanti astrofili che danno man forte al suo programma ha ‘eluso’ la sorveglianza, ma non è escluso che si possa trattare di un frammento di satellite artificiale.
Più appropriato, finché non sarà chiarita la natura dell’oggetto, parlare di bolide, termine con il quale viene definito un oggetto proveniente dallo spazio che precipitando si infuoca in ragione dell’attrito con l’atmosfera terrestre. Il bolide di ieri è stato ripreso in innumerevoli immagini e filmati raccolte grazie alle dash camera delle auto ed ai telefoni cellulari.
Tutto ciò proprio in contemporanea con il lancio del software per ‘cacciatori di asteroidi’ migliorato che la NASA ha sviluppato grazie a un nuovo algoritmo che aumenterà potenzialmente del 15% le possibilità degli astronomi amatoriali di individuare asteroidi con una semplice applicazione, utilizzabile su un qualsiasi computer. Lo scorso fine settimana nel corso del South by Southwest Festival di Austin, Texas, i delegati NASA hanno discusso dell’argomento e presentato il nuovo algoritmo, sottolineando la grande utilità del lavoro svolto da comuni cittadini-scienziati e di quanto sia stato rilevante il loro ruolo nel programma Asteroid Data Hunter, inserito nell’ambito dell’Asteroid Grand Challenge.
«Questo aumento della potenzialità del sistema aiuterà a valutare in modo più rapido se gli asteroidi osservati siano potenziali minacce, se siano abitabili o se siano ricchi in risorse» , ha detto Chris Lewicki , presidente e ingegnere capo della Planetary Resource Inc., azienda che intende espandere le risorse naturali basilari della Terra sviluppando e dispiegando tecnologie per l’estrazione mineraria da asteroidi.
Gli astronomi individuano gli asteroidi prendendo immagini dello stesso ‘pezzo’ di cielo e cercando oggetti simili a stelle che si muovano tra i fotogrammi, un approccio che è stato usato da prima che venisse scoperto Plutone 1930. Con una pluralità di telescopi a scansionare il cielo, l’enorme volume di dati disponibile rende impossibile per gli astronomi verificare ogni rilevamento. Questo nuovo algoritmo consentirà agli astronomi di usare il computer per controllare autonomamente e rapidamente le immagini e determinare quali oggetti sono adatti per il follow-up.
L’applicazione sviluppata è gratuita e può essere utilizzata su qualsiasi computer fisso o portatile. Gli astrofili potranno esportare le immagini da loro telescopi e analizzarle con l’applicazione che segnalerà all’utente se esiste un record di asteroidi corrispondente e offrendo un modo per comunicare le eventuali nuove scoperte al Minor Planet Center, che provvederà a certificarle ed archiviarle. Attraverso le iniziative dell’Asteroid Grand Challenge la NASA cerca di migliorare la sua attività in corso per l’identificazione e la caratterizzazione di oggetti vicini alla Terra utile per ulteriori indagini scientifiche e per rilevare eventuali situazioni di pericolo da impatto.
Insomma il bolide svizzero, in barba alla NASA e agli astrofili americani, sembrerebbe essersi andato a schiantare a poca distanza dall’LHC.
Negli USA potranno consolarsi usando l’episodio come canovaccio per un nuovo catastrofista film di fantascienza.
Fonte: Media INAF | Scritto da Francesca Aloisio