Magazine Diario personale

*** AAA… cercasi…

Da Arthur

*** AAA… cercasi…

   ‘nnagg… !!!

Oggi, dopo aver mangiato il mio solito panino, visto la bella giornata di sole, decido di concedermi un acconto ai miei 7.000 passi giornalieri e così m’incammino senza una meta fissa per le vie della città.

Ad un certo punto mi vengono incontro due signori, marito e moglie, un’età compresa tra i 75 e gli 80 anni più o meno che, passo dopo passo, litigavano alla grande. Un manico ciascuno, portavano un catone di un bel colore verde praterello (il catone è un grande catino capiente e vistosamente colorato… da Wiki_Arthur :-) ) colmo di biancheria, che immagino avessero ritirato da una lavanderia a gettoni che si trovava poco più in là.

Lui, paonazzo in viso, camminava un po’ ricurvo LEI, incurante del peso, con un’andatura impettita e il muso (nel senso di labbra…) imbronciato da zibetta inviperita.

“Perché tiri il catone, non vedi che mi fai camminare tutta storta?” le sento dire sibillina.

   “Ma insomma, se tu cammini più veloce, devo per forza camminare avanti, altrimenti ti perdo.” gli risponde Lui tra un balbettio e un altro.

“ E già, ti pareva che non trovasse una scusa nuova. Ssssèèèè, ti conosco mascherina, cosa credi, ormai sono anni che ti guardo e chissà come mai, vedo sempre la stessa cosa.“

   “ E già, ti pareva che lei non dicesse una delle sue solite cattiverie. Insomma, non tirare che altrimenti mi fai cadere. “

Spataspatastobrejjnàbnùpàihnwdfvonlsdv!!!

Mi avevano appena superato e già me la ridevo sotto i baffi, quando sento un tonfo spaventoso. Mi giro e il catone era per terra con tutta la biancheria sparsa per strada.

“Ecco“ urla lei “lo vedi cosa hai fatto? Sei sempre il solito farfallone e ti pareva che non finisse così. “

Poverino, l’ho guardato e mi ha fatto una tenerezza immensa. Era lì ancora più rosso in viso, non sapeva dove guardare, continuava a dire “mah, mah, mah…” e intanto chino per terra, cercava di prendere la biancheria. LEI, sempre più impettita, mentre lo guarda ha un guizzo sornione, lo scansa e…

   “Lascia stare, ci penso io, altrimenti chissà cosa mi combini ancora.“  e gli fa un sorriso. :-)

Devo confessare che li avrei abbracciati entrambi. In quel ridicolo battibecco erano carinissimi e mi ci sono visto anch’io vecchietto, con una compagna rompiscatole ma ugualmente amorevole, forse!

In fondo il loro era un modo per sentirsi vivi e allo stesso tempo, utili uno all’altro. O no?

Evvabè, adesso metto l’annuncio e vediamo cosa ne viene fuori. Chissà che non vada bene anche a me. :-) :-) :-)

Questo pezzo l’avevo scritto nel lontano marzo 2011 (chi l’ha letto mi perdonerà?) e visto che nel post precedente si parlava di sorrisi e visto ancora che per l’anno nuovo non ho ancora fatto resoconti e nuovi propositi, ve lo ripropongo, così, giusto per sorridere un po’ insieme a voi. 

Ma prometto, sempre giurin giuretto ovviamente, che il mio prossimo post sarà serio e impegnato e… sì, sì, avete capito benissimo, da tagliarsi le vene. :-)



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