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A.a.a. maglione infeltrito cercasi.

Creato il 29 novembre 2011 da Lollo

Quando sono arrivato a Tarragona quest’estate avevo due valigie, una borsa e un sacchetto. Noto solo ora che il guardaroba a cui ho attinto per il trasloco si riduce alla stagione estiva, qualche capo autunnale e una minima competenza primaverile.E l’inverno? Moncler. Santo patrono di quelle giornate milanesi in cui il freddo penetra anche lungo tutto l’intestino tenue e benefattore dei bagni turchi durante il viaggio in metropolitana.Se vedete una persona sofferente nella tratta Duomo-Corvetto sappiate che nel 99% dei casi indossa un piumino Moncler che lo sta letteralmente cuocendo allo spiedo.“Ma che ti porti il Moncler in Spagna?”“Beh sì, non vado mica alle Maldive.”“Ma dai, un’amica di una mia amica, sorella di un ex fidanzato, ha fatto l’Erasmus a Barcellona e mi ha detto che l’inverno lì non esiste, che fa sempre caldo, vedrai che non ti servirà il piumino.”Esattamente tre mesi da quel giorno Tarragona diventa una possibile candidata per i giochi olimpici invernali, investita come mai nella storia da un vento gelido che ciao Russia ciao.
Quindi, entonces, allora, infatti.Passando per il mercato ho deciso di dare un’occhiata e mi si è aperto un mondo.Una, e ripeto una, bancarella dove i vestiti costano 1 euro.Un mese fa era la settimana della giacca con le spalline, colori che oscillavano tra il senape e il giallo pastello, se si era fortunati si riuscivano a trovare anche accomodanti palandrane da becchino rigorosamente senza bottoni. Sotto gli occhi guardinghi dei venditori ambulanti in overdose da noccioline, comincio a spulciare nella sezione Maglieria lana, cotone e derivati (?).La bellezza di questi mucchi informi è che bisogna avere buon gusto ma anche una vista da rapace affamato. Altrimenti ti ritrovi a tirare una manica solo perché è azzurra fino a quando scopri che il resto è un tripudio di scritte cinesi e inni nazi-fascisti.Capiterà anche che essendo indecisi lascerete il capo incustodito. Non c’è niente di più sbagliato.Mai lasciare nulla, piuttosto infilatevelo tra le gambe, portatelo sulla spalla o in testa ma se un capo ha catturato la vostra attenzione c’è un perché. Ci sono sempre le sanguisughe che aspettano un vostro cambio repentino di idea per comprare quello che voi avete selezionato. Cerco, seleziono e scarto.
Scarto maglioni con le spalle più larghe di Hercules, con il collo talmente stretto che sembra fatto per un’oca oppure quelli informi in cui potrebbero starci insieme compagni ufficiali e amanti saltuari.La cosa più divertente è andare alla bancarella dell’usato con i propri amici.“Che ne dici di questo?”“Beh in effetti ho una pelle così pallida che il verde mela è perfetto.”“Ti prego, provati questa maglia.”“Meraviglia, quella Barbie disegnata e sbiadita ha un tocco molto vintage.”"Più che Barbie pare una Tania con il parrucchino."“Non dobbiamo fare dei regali per Natale?” Dice il più spilorcio del gruppo. Io, solitamente.“Questo non lo metterebbe manco mio nonno.”Ed è esattamente quel maglione che riesco a portarmi con aria tronfia e superba a casa. Largo, lungo e terribilmente Vacanze di Natale, Foppolo 1984.Un tripudio di verde bianco e rosso tutto con delle greche fatte a caso, di una lana così spessa che da solo è considerato bagaglio a mano sull’aereo.Come minimo era stato il regalo che una catalana, zitella o vedova con la foto del gatto sul comodino aveva fatto all’unico nipote maschio divenuto poi un triste ingegnere della provincia.Lui, incoraggiato da Enzo Miccio e Carla Gozzi lo ha buttato nel bidone “Fa schifo, non è trendy, ma come ti vesti?”, da lì un clochard lo ha indossato per sopravvivere ad un freddo inverno fino a quando stufo l’ha lasciato alla Caritas che lo ha gentilmente etichettato come merce di valore 1 euro per il sottoscritto.
Il bello dell’Erasmus è che ti puoi vestire de mmerda senza essere giudicato e condividi qualsiasi cosa con chi sta vivendo la tua stessa indimenticabile esperienza.Gioie e dolori. Bancarelle e tapas. Pianti e sghignazzi.
“Sono in crisi con il mio ragazzo.” “Io ho messo su l’acqua per il tè e non ho aperto i biscotti al cioccolato 43 centesimi. Ti aspetto.”Risolvendo così qualsiasi dramma.
“Settimana prossima arriva lui.”“Il tuo fidanzato?”“Non è il mio fidanzato.”“Ah no, certo, sei ore di Skype al giorno non fanno una relazione.”“Ma da quando si giudicano le relazioni in base alle telefonate su Skype?”“Da quando il balsamo si usa per ammorbidire i peli pubici.”“Sei felice che arriva?”“Se ti dico che non vedo l’ora?”Parte un trenino, un sorriso ebete e un applauso nervoso accompagnato da saltelli isterici.“Basta, non facciamo le checche.”Ci si ricompone. Ma il sorriso da ebete rimane per i successivi cinque giorni.
Si condivide anche il look in Erasmus.“Ho bisogno di tagliare i capelli.”“Anche io, ho delle triple punte che hanno vita propria.”“Non c’è nessuno che sa tagliare i capelli nel gruppo?”“Fammi pensare.”“C’è Chicca, lei è brava.”“Ma non è a Chicca che le si è incastrato il ciuffo nel phon?” Cala il silenzio.
In questa grande famiglia sai sempre a chi rivolgerti. Chi ha il materassino gonfiabile, chi la pompa, chi una camera in più, chi un dizionario, chi i biscotti più buoni dei tuoi, chi una cucina spaziosa, chi il dolcetto, chi la capacità di razionalizzare, chi ascolta solo l’istinto, chi coglie al volo, chi ha bisogno di più tempo, chi vuole scappare e chi vuole rimanere.Una cosa è certa.Quasi tutti ormai indossiamo un maglione anni ’80 dai colori acidi e smunti.Comprare maglioni usati ad 1 euro per poi spenderne cinque in ammorbidente is the new black.

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