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AAA Nuovo bunker cercasi

Creato il 20 ottobre 2014 da Senzazucchero2012 @senza_zucchero_

Una settimana di annunci di affitto letti e riletti, scansionati con gli occhi alla velocità della luce, imparati a memoria come la poesia di Natale, scartati a priori, cerchiati, riconsiderati. Trovare casa a Ginevra è più difficile di trovare lavoro. Almeno questo è ciò che si mormora, ma non diciamolo troppo ad alta voce ed incrociamo pure le dita, che è meglio.

Fatto sta che dopo una settimana di ricerche, la situazione non è per niente incoraggiante. La cosa positiva in tutto questo cercare è che ho afferrato tre concetti fondamentali:

  1. qui non si ragiona in VANI ma in PEZZI, dove i pezzi corrispondono al numero di stanze vivibili e solitamente il MEZZO PEZZO corrisponde ad una cucina non abitabile. La cosa interessante è che qui riescono a mettere 5 pezzi in 40 mq, così come a metterne solo 2 in 140 mq.
  2. la dicitura “IMMOBILE CONTEMPORANEO” è volta a giustificare i 5.ooo CHF di affitto per un appartamento modesto che si trova all’interno di un palazzo avveniristico degli anni 70, ovvero un esperimento mal riuscito di modernità dei tempi che furono.
  3. se l’agenzia ti risponde, nella maggior parte dei casi ti invita a chiamare direttamente l’inquilino, che non risponde.

Il mercato immobiliare ginevrino è subdolo, perché ti mette davanti agli occhi decine e decine di case che tutte, dico TUTTE, sono la casa dei tuoi sogni: enormi attici panoramici con giardini pensili con una vista exceptionnelle sul lago di Ginevra e il Monte Bianco, sui quali arriva addirittura la pioggerellina del Jet d’Eau; magnifique case d’epoca totalmente rinnovate con il parquet tirato a lucido, gli affreschi sul soffitto, il caminetto originale del XVII secolo e la cucina ultramoderna che farebbe invidia a Gordon Ramsay. Ma per tutte, e dico TUTTE, queste case ho dovuto smettere, a malincuore, di ragionare su come meglio sistemare i mobili che devo ancora comprare, perché tanto nemmeno se vincessi alla lotteria potrei avvicinarle.

Quindi, infilato bene in testa che dobbiamo volare basso e ci dobbiamo un po’ accontentare, ho messo da parte i miei canoni da buona italiana proprietaria di appartamento di nuova costruzione arredato con gusto – il mio, ovviamente – con il pallino di migliorare la propria posizione immobiliare e ho rispolverato lo spirito di adattamento acquisito durante l’esperienza londinese, grazie alla quale ho imparato ad andare d’accordo con moquette e piastrelle di plastica.

E allora, in una città in cui si costruisce col contagocce e con le manie di grandezza, eliminando i monolocali, le condivisioni, gli chalet nel Nullashire, l’offerta si condensa in:

  • 3 appartamenti da 70 mq
  • 3 appartamenti da 80 mq
  • 5 appartamenti da 90 mq

e se poi vogliamo fare i pignoli ed eliminare quelli che hanno l’ingresso principale nella zona notte; o l’unico WC nel soggiorno, ovvero nella parte opposta della casa rispetto alle camere da letto – e per una come me che si alza almeno 5 volte per andare in bagno prima di prendere sonno non è proprio il massimo; oppure hanno come stanza principale il corridoio che occupa un buon 50% della superfice complessiva, rimane ben poco da farsi piacere.

Quindi, le strade sono tre:

  1. iniziare a spammare tutte le agenzie immobiliari supplicandole di concederti un appuntamento per vedere la casa, augurandoti di non ricevere come risposta “abbiamo fatto già tante visite, quindi tanti cari saluti!” (true story);
  2. partecipare alle visite di gruppo nel giorno e nell’ora prestabiliti, durante le quali dovrai evitare di guardare in cagnesco i tuoi compagni di sventura e presentare la tua richiesta di affitto formale corredata di tutti gli attestati e dichiarazioni producibili in capo ad una singola persona, sperando che tutti gli eventuali interessati guadagnino meno di te;
  3. scambiare casa – in barba alla agenzie immobiliari – con chi offre 4 pezzi e mezzo in 110 mq nella zona X in cambio di 4 pezzi e mezzo in 110 mq nella zona X + veranda. Peccato che noi abbiamo solo il mezzo pezzo da offrire e senza la veranda..

E quando sembrava tutto fermo ed immobile, succede pure che, fatta un po’ di confusione perché “io rispondo agli annunci per iscritto e tu li senti al telefono”, ricevi un’email da parte dell’agente immobiliare al quale hai dato inconsapevolmente la sola, che ti augura di essere sopravvissuto all’incidente aereo che stamattina ti ha impedito di presentarti all’appuntamento. L’appuntamento che lui avrebbe dovuto confermare, ma non l’ha fatto. L’appuntamento per vedere proprio l’unico appartamento che – su carta – mi convinceva.


A questo punto, abbiamo altre 2 opzioni (perché siamo persone che non si scoraggiano facilmente):

  1. o facciamo domanda per avere una di quelle casette carine col giardino, vicine al lago, ma lontane dal centro, destinate agli Svizzeri poveri, ovvero quelli che guadagnano meno di 120.000 franchi all’anno, ma ci servirebbe un passaporto falso;
  2. o ci impossessiamo dell’intero bunker antiatomico del nostro palazzo, che sicuramente di spazio ne ha.

Certo, perché il nostro appartamento di 35 mq, oltre ad avere una cantina nei sotterranei, nella quale riporre tutti gli oggetti che non entrano in casa, ci da diritto ad usufruire di un vero e proprio bunker  antinucleare, attrezzato per ospitare tutti condomini.

Tale “dotazione” è comune a tutte le abitazioni private costruite a partire dagli anni 60, quando una nuova legge ha sancito che ogni edificio deve essere dotato di un rifugio, atto a proteggere tutti gli abitanti dell’edificio stesso, con solai di 40 cm di spessore e i muri di 30, ed essere autosufficiente per almeno sei mesi in termini di cibo, acqua e aria: ad oggi, in Svizzera, il 95% della popolazione sa di avere a disposizione un proprio pezzettino di bunker antiatomico.

Male che vada, dopo aver finito le scorte, potremmo sempre offrilo in cambio di altro APPARTAMENTO DA 18 PEZZI E MEZZO, TRIPLA ESPOSIZIONE, CLASSE ENERGETICA A, IN EDIFICIO CONTEMPORANEO.

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