“Qual è il tuo film dell’orrore preferito, Cannibal?”
“Hey, un momento, come fai a sapere il mio nome? Comunque anche se sei un pazzo squilibrato che mi sta per fare fuori te lo dico, visto che non ho dubbi in proposito: Scream!”
La saga di Scream è come un amico fidato e se ti pugnala, lo fa solo per ridere. A distanza di 11 anni dal terzo episodio, fanno dunque il loro gradito ritorno Ghostface, Sidney e compagnia inquieta direttamente dagli anni ’90, senza dimenticare che: nuova decade, nuove regole. E quindi: anche le vergini potranno morire!
Anche le vergini potranno morire? Tranquille, tanto voi non lo siete certo
Il primo Scream ha rappresentato una rivoluzione assoluta per il genere horror, con un effetto analogo a quello del Grande Fratello sulla televisione moderna. Attenzione: non li sto certo paragonando a livello qualitativo, ma solo in quanto a impatto avuto. Scream ha infatti presentato un tipo di cinema dell’orrore (ma non solo) nuovo, che con dosi impressionanti di ironia si fa beffe del genere, svelando i trucchi del gioco. Tutto è finzione e niente va mai preso troppo sul serio. “Why so serious?” domanderebbe il Joker. Praticamente il mio manifesto ideale non solo di cinema, ma proprio di vita.Imitatissimo da in pratica ogni teen-horror arrivato successivamente, Scream è anche l’esempio supremo del metacinematografico e dell’antirealismo; anche il nuovo episodio prosegue sulla stessa scia, portando la sfida a un livello ancora superiore, riuscendo così non solo a non deludere le notevoli aspettative, ma a portare nuova linfa vitale alla saga e al genere pauroso.Scream 4 è metacinema allo stato puro e non è nemmeno semplice cogliere tutti i suoi mille e uno riferimenti, perlomeno se non si è ben allenati e non si ha una conoscenza enciclopedica non solo della Saga, ma anche del cinema horror e dei telefilm in generale.Per prima cosa non manca quindi l’autoironia sulla serie stessa, riprendendo gli omicidi del primo capitolo ma con qualche sostanziale differenza, riproponendo il film fittizio dentro il film Stab (Squartati), con un primo episodio diretto da Robert Rodriguez (!) e persino scherzando sulla relazione anche all’infuori dal set tra Courteney Cox e David Arquette.Ci sono un sacco di citazioni e riferimenti poi ad altri horror recenti, da L’alba dei morti dementi a Final Destination, dal voyeurismo di Paranormal Activity all’infinita serie di Saw - L’enigmista, bollata come semplice pornografia senza minima cura nella psicologia dei personaggi. I personaggi di Scream invece non contenti di vivere a Woodsboro, che è una specie di Avetrana + Cogne + Novi + Erba + Columbine, passano anche tutto il loro tempo a vedere solo pellicole horror e a parlare al telefono con tizi dalla voce inquietante che ti chiedono “Qual è il tuo film dell’orrore preferito?”.Insomma, se i carabinieri facessero delle intercettazioni a Woodsboro non si beccherebbero mica discorsi sulle escort, al limite qualche psicopatico che urla, anzi screama: “Ti faccio fuori, puttana!”.
Se in Scream 1 era tutto nuovo un po’ come nella prima edizione del Grande Fratello, qui ci troviamo in un’edizione che cerca di reinventare il brand attraverso una serie di nuove e vecchie trovate, mentre per quanto riguarda il cast siamo più dalle parti dell’Isola dei famosi; compaiono infatti un sacco di personaggi più o meno celebri soprattutto dal mondo telefilmico, che vanno a costituire un testo all’interno del testo, con le accoppiate di vittime predestinate formate da fighette di diverse generazioni tv: Kristen Bell (Veronica Mars) con Anna Paquin (True Blood); Lucy Hale (Pretty Little Liars) con Shenae Grimes (90210); Brittany Robertson (Life Unexpected) con Aimee Teegarden (Friday Night Lights). Ma nel film sono presenti anche altri numerosissimi volti di serie tv, da Hayden Panettiere (Heroes) ad Alison Brie (Mad Men) e Adam Brody (il mitico Seth Cohen di O.C.).
Pur nel suo giochino autoreferenziale al massimo, Scream 4 riesce però in maniera paradossale a dare una rappresentazione feroce, spietata ma dannatamente vera del mondo di oggi, tra iPhone, Facebook, multimedialità, voglia di essere ripresi sempre comunque dovunque, seguendo la filosofia del diventare famosi a tutti i costi, costi quel che costi.La cosa però forse non è nemmeno così paradossale, perché quel vecchio Krueger di un Wes Craven ha capito che per dare una rappresentazione fedele dell’assurda reality di oggi la maniera migliore è proprio quella di fare un prodotto che si dichiara in maniera esplicita come fiction. Semplificando, quindi: i reality sono finti? E allora rappresentiamo la realtà con un prodotto che si mostra senza vergogna in tutta la sua finzione.
La sceneggiatura del film è firmata di nuovo da Kevin Williamson, che aveva saltato il terzo capitolo (non a caso il meno riuscito) e che come la serie si è preso un decennio sabbatico anche in tv, per tornare dopo Dawson’s Creek a sfornare un altro grande successo di oggi: The Vampire Diaries.Non mancano poi all’appello nemmeno i protagonisti storici: Neve Campbell, Courteney Cox e David Arquette, con qualche rughetta in più intorno agli occhi ma pure con ancora la voglia di combattere contro le giovani leve e contro la lama affilata di Ghostface.A questo giro spunta poi un nuovo psicopatico doc di livello davvero notevole che ovviamente non vi svelo. E se nella prima parte il film si diverte e ride di se stesso e del genere, nel gran finale regala pure una dose notevole di tensione in grado di pugnalare alle spalle qualsiasi cazzo di episodio della saga di Saw o degli altri horror venuti nell’ultimo decennio.
“Qual è il tuo film dell’orrore preferito di quest’anno, Cannibal?”(voto 7,5)
“Facile: Scream 4! E comunque smettila di rompere le palle a me e vai a stalkerare qualche fichetta.”
(per chi non l'avesse capito, e vi capisco se non l'avete capitolo: il titolo del post è la traduzione italiana del titolo del film)