Federigo Zandomeneghi, La dormiente
Quel momento splendido, dolce come pochi, se solo riesci ad esserne consapevole.
Quel momento in cui scivoli nel sonno.
Un sonno benvenuto, accettato, cui ti arrendi con una gioia quasi voluttuosa, presaga della soddisfazione che ne riceverai.
Soddisfazione e godimento del riposo che ne deriverà.
Presagio di un bel risveglio, al mattino dopo, che porterà luce, caffè, una doccia fresca, odori e sapori che tornerai a gustare perché felice del riposo.
Soddisfazione di addormentarsi tra lenzuola fresche e pulite, appena stese.
Godere del loro odore, del letto intonso, del lasciarsi sprofondare nel pulito.
Soddisfazione dei piccoli, sopiti, rumori intorno che stai abbandonando: il mondo continua, la vita è sveglia, ma tu, tu PUOI dormire!
Credo che certe gioie le assapori meglio e di più chi, nella sua vita, lontana o vicina, ha sperimentato la veglia: quella imposta da figli piccoli, dentizioni, otiti o solo capricci; quella della malattia; quella del lavoro pressante, di scadenze che impongono la veglia.
Sprofondi nel sonno, ti abbandoni, ti lascia amare da lui.
E un attimo prima dell'incoscienza ti ricordi che, ecco, sì, è Aprile.
Aprile dolce dormire.